Taraxacum officinale L. – Parte utilizzata : foglie e radice

Descrizione Soprannominato “dente di leone” a causa della forma molto affilata delle sue foglie, il Tarassaco è una pianticella erbacea perenne vivace di piccole dimensioni, 5-25 cm di altezza, che cresce in tutte le regioni del mondo e appartenente alla famiglia delle Compositae.
Possiede radici a fittone, le foglie invece sono basali aderenti e raggruppate al suolo, non più lunghe di 10 cm, con lamina roncinata profondamente inciso-sfrangiata, di un color verde bluastro chiaro, spesso alcune un poco grigio-pruinose, ( da cui forse il nome ceroso) e margine di color marrone-rossastro.
L’infiorescenza è formata da capolini tutti ligulati di un color giallo vivo, squame involucrali patenti alla fioritura, non membranose, con margine bordato di bianco, ed apice munito di cornetti rossastri, foggiati a linguetta o cavi compressi.
Da ogni fiore si sviluppa un achenio, frutto secco indeiscente, privo di endosperma e provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino.

Pappo di Tarassaco

 

Storia. Originario dell’Europa e dell’Asia e molto diffuso nei paesi mediterranei. Più che con il suo nome botanico, il Taraxacum è noto per i tanti appellativi popolari, in uso nelle varie regioni italiane, che ne comprovano la grande espansione. I più comuni sono: “dente di leone”, per la dentellatura delle foglie; “piscialletto” per le sue proprietà diuretiche; “girasole dei prati”, i suoi fiori seguono il corso del sole; “orologio del pastore”, i petali si schiudono all’alba per serrarsi al tramonto; “barometro del contadino”, il soffione è un una sorta di meteorologo, se i semi volano anche in assenza di vento, assicurano i contadini, presto si scatenerà un temporale. Secondo la tradizione popolare il Tarassaco è considerato anche un oracolo; infatti, gli innamorati credono che se tutti gli acheni del soffione volano via al primo soffio, la persona amata ricambierà il loro amore.
Oggi tale specie è ai primi posti nella lista delle piante officinali di più adoperate. Già nel X sec. i medici arabi raccomandavano il tarassaco come depuratore del sangue. Dal XVI sec. il suo efficace impiego (durante i cambi stagionali) per disintossicare e purificare tutti gli organi del corpo, ha fatto sviluppare una vera e propria terapia: la “tarassoterapia”.

Proprietà. Il grande depurativo. Il Tarassaco è particolarmente apprezzato per la sua azione diuretica, da attribuire alla presenza dei flavonoidi, dei lattoni sesquiterpenici e dei sali di potassio, sicura e senza effetti indesiderati. Inoltre gli vengono attribuite anche proprietà digestive, coleretiche, depurative, grazie ai flavonoidi, ai triterpeni, ai lattoni sesquiterpenici e all’inulina contenuti all’interno della stessa pianta. L’azione coleretica, oltre ad aumentare la secrezione biliare, permette di ripulire l’insieme dell’organismo eliminando le tossine e i metaboliti dannosi per l’organismo, accumulati nel corpo. Per il suo effetto “ripulente” globale, il Tarassaco permette anche di eliminare i calcoli renali e biliari. I lattoni sesquiterpenici sono sostanze amare presenti nel Tarassaco che agiscono anche a livello digestivo aumentando la produzione di bile e stimolando il fegato pigro. L’inulina, invece, è un oligosaccaride in grado di svolgere azioni benefiche a livello gastroenterico, favorendo la funzionalità della flora batterica intestinale, migliorando l’assorbimento dei minerali e aumentando la massa fecale e il numero di evacuazioni. Inoltre, uno studio condotto sell’estratto di radice di tarassaco ha messo in evidenza una sua potenziale attività epatoprotettiva, svolta attraverso un’azione di radical scavenger. L’utilizzo di questa pianta è ufficialmente approvato per trattare disturbi quali atonie gastriche, dispepsie, microcalcolosi biliari e perdita di appetito.

 

Impiego. Il Tarassaco è utilizzabile sotto forma di diverse preparazioni e lo si può recuperare come estratto secco, tintura, estratto liquido, oppure come succo ottenuto attraverso la spremitura delle radici e/o delle foglie. Se adoperato sotto forma di tintura per contrastare i disturbi digestivi, la dose di prodotto solitamente consigliata è di 10-15 gocce da assumersi fino a tre volte al dì. Il Tarassaco può essere assunto anche sotto forma di capsule o compresse (2 volte al giorno lontano dai pasti), o sotto forma di tintura madre (50 gocce in poca acqua, tre volte al dì lontano dai pasti)

DecottoIngredienti: cucchiaio di radici essiccate e sminuzzate di tarassaco e 1 tazza di acqua bollente. Preparazione: Una volta che l’acqua è giunta ad ebollizione, occorre coprire e lasciare in infusione le radici per almeno 10 minuti. Filtrare e bere la tisana tiepida e senza zucchero.

Tisana diuretica, drenante al tarassaco: Ingredienti: Tarassaco – foglie e radice (30 grammi), Gramigna – rizoma (30 grammi), Malva – parti aeree (30 grammi), Parietaria – parti aeree (20 grammi), 1 L d’acqua. Preparazione: Far bollire nell’acqua per 5 minuti, quindi lasciare riposare a fiamma spenta per 15 minuti in infusione. Filtrare e berne due tazze al giorno, mattino e sera, lontano dai pasti principali.

 

Avvertenze. Evitare l’uso di preparati a base di Tarassaco in caso di ipersensibilità nei confronti di una o più sostanze farmacologicamente attive presenti nel prodotto o in altre piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (Composite). Controindicato anche l’uso in presenza di insufficienza renale, diabete e/o insufficienza cardiaca, per il rischio di complicazioni correlate all’iperkaliemia (aumento delle concentrazioni di potassio nel sangue, minerale di cui il tarassaco è particolarmente ricco). Come tutte le piante che stimolano la cistifellea, il Tarassaco non deve essere utilizzato nel caso di ostruzioni dei dotti biliari (calcolosi occlusiva con ittero), ulcera peptica attiva, occlusioni intestinali e infiammazione della cistifellea. Come tutte le piante contenenti principi amari, il tarassaco può determinare disturbi gastrici da iperacidità. Non assumere in associazione a FANS per il rischio di esaltare i possibili effetti collaterali di iperacidità gastrica. Non assumere insieme ad integratori di potassio per il rischio di iperkaliemia. L’utilizzo del tarassaco è controindicato anche negli adolescenti con meno di 12 anni di età, nelle donne in gravidanza e nelle madri che allattano al seno.

ASSOCIAZIONI

 

AZIONE DEPURATIVA

Betulla

 

CALVIZIE

Serenoa

 

INSUFFICIENZA EPATICA

Carciofo

IPERURICEMIA (elevata concentrazione plasmatica di acido urico)

Betulla

Written by Paola Olivieri