In Emilia-Romagna occorre garantire protezione, acqua e cibo anche agli oltre 250mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle delle zone colpite. Nelle aree alluvionate si contano anche circa 400 aziende avicole, tra polli, galline da uova e tacchini e quasi 45mila alveari di api, molti dei quali sono dispersi. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nelle province di Ravenna, Rimini e Forli-Cesena.
“Se in pianura la situazione è drammatica a causa degli allagamenti nelle colline, la difficoltà è determinata dalle frane che impediscono di raggiungere gli allevamenti e di garantire assistenza agli animali“, sottolinea Coldiretti, “Molti allevatori, nonostante gli inviti, non hanno voluto abbandonare i propri animali mettendo a rischio la propria vita ma è anche scattata la solidarietà tra colleghi nel portare assistenza nelle situazioni più difficili”, ha voluto sottolineare l’associazione degli agricoltori.
Coldiretti, “importante la disponibilità delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della protezione civile”
Coldiretti ha inoltre voluto precisare che “In questo contesto è particolarmente importante la disponibilità delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della protezione civile che sono intervenuti per superare numerose criticità. A sostegno degli allevamenti sono intervenuti l’Associazione Regionale Allevatori (ARA) e Consorzi Agrari d’Italia (CAI) con la consegna di gasolio e mangimi alle aziende ce ne erano rimaste prive”.
Cinquemila le aziende agricole e gli allevamenti devastati dall’alluvione in Emilia-Romagna
La Coldiretti sostiene che sia in pericolo l’importante azione di recupero delle razze storiche da parte degli allevatori, dal maiale di mora romagnola ai bovini da carne di razza romagnola, che nel passato avevano rischiato l’estinzione. “La zootecnia è una componente importante del tessuto produttivo della Romagna colpita dall’alluvione che ha devastato oltre 5mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso”.
Coldiretti: il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi 4-5 anni
“Ad essere sconvolto è un territorio con la diffusa presenza di albicocche, pesche nettarine, susine, mele, pere, kiwi, fragole e ortaggi, che fanno della Romagna la fruit valley italiana” aggiunge Coldiretti. “Il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni perché l’acqua rimasta nei frutteti ha soffocato le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni.”
Coldiretti continua a snocciolare i danni causati dall’alluvione e precisa “consistente anche la produzione persa di mais, orzo, girasole, soia, erba medica e, molto rilevante dal punto di vista economico, sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango. Ai danni sulla produzione agricola si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali dove si moltiplicano frane e smottamenti”. Nelle aree colpite, secondo Coldiretti, “sono a rischio nell’intera filiera almeno 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.”
Fonte Agi