Secondo un nuovo report, la produzione di olive ha risentito particolarmente degli eventi estremi che si sono verificati nel nostro Paese e, proprio per questo, è crollata. Il presidente di Coldiretti sottolinea che molte aziende del settore sono in difficoltà ed è necessario intervenire per salvaguardare un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro
Il cambiamento climatico sta mettendo a rischio uno dei prodotti italiani per eccellenza. L’allarme arriva da un nuovo report di Coldiretti e Unaprol, un’associazione di organizzazione di produttori del settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola: il moltiplicarsi di eventi estremi nel nostro Paese, si sottolinea, ha fatto crollare la produzione di olive e già ora gli italiani devono dire addio ad oltre 1 bottiglia su 3 di olio extravergine Made in Italy, mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole.
I dati
Coldiretti e Unaprol riferiscono che la produzione nazionale di olive nel 2022 è crollata a circa 208 milioni di chili, in netta diminuzione rispetto alla campagna precedente. I cali peggiori si registrano nel Sud Italia, specie nelle regioni più vocate all’olivicoltura. In Puglia, per esempio, le gelate fuori stagione prima e la siccità poi, hanno causato una diminuzione del 52%. Una percentuale simile si registra in Calabria (42%) mentre nel Nord Italia si registra una tendenza opposta, con incrementi del 67% in Veneto e del 142% in Lombardia. Anche questi dati sono tuttavia preoccupanti a livello ambientale: la tendenza al surriscaldamento ha infatti aumentato la superficie coltivabile, estendendola fino ai piedi delle Alpi.
L’allarme per le aziende
Coldiretti e Unaprol denunciano che, in questo scenario, i costi delle aziende olivicole sono aumentati in media del 50% e quasi una realtà su 10 (9%) lavora in perdita con il rischio di chiusura. A pesare, sono soprattutto i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Rincari che poi si ripercuotono nei prezzi al dettaglio di questo prodotto e, di conseguenza, nelle abitudini degli italiani che usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva all’anno.
L’appello di Coldiretti
“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità, ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Secondo l’organizzazione e Uniprol, è necessario un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, così come di nuovi sistemi di irrigazione e di stoccaggio delle acque. Servono inoltre risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole
Fonte Adnkronos