Bianco, verde, giallo o viola, il cavolfiore è un bellissimo ortaggio invernale e proprio adesso serve per dare una mano alle nostre difese. In Italia è coltivato in tante varietà, da quello romanesco a quello Tardivo di Fano, fino al “Gigante” di Napoli. Il cavolfiore è un vero alleato per questo periodo. La presenza di composti solforati lo rende utile per contrastare le malattie tipiche della stagione, così come l’apporto di vitamina C, che svolge un ruolo basilare per il nostro sistema immunitario, oltre che per la crescita e la riparazione dei tessuti, essendo anche coinvolta nella sintesi del collagene, proteina che rallenta il rilassamento cutaneo e la comparsa delle rughe. Altre vitamine che fanno del cavolfiore un vero toccasana, come la K e la E, hanno proprietà diuretiche, lassative e antireumatiche. Se a questo aggiungiamo le fibre e l’acqua presenti in questo ortaggio, che migliorano la composizione del microbiota, essenziale per avere difese “in forma”, è facile capire come il suo consumo regolare sia fortemente consigliato in questo periodo dell’anno. Dalla sua parte, il cavolfiore ha anche un basso apporto calorico (circa 25 kcal ogni 100 grammi), e un’elevata capacità saziante: se devi perdere qualche chilo, accumulato per colpa delle festività, puoi contare su di lui. Il cavolfiore è una discreta fonte di calcio: una porzione di circa 300g fornisce una quantità di questo minerale pari a quella presente in 100 ml di latte vaccino. È dunque un alimento ideale da consumare per mantenere la salute delle ossa e denti, indicato per contrastare i disturbi legati alla menopausa. Il cavolfiore esercita un’azione benefica sull’organismo soprattutto se consumato regolarmente, due/tre volte a settimana

Ogni colore ha le sue proprietà

Tra le caratteristiche di questa verdura, che ne fanno un alimento irrinunciabile sulle tavole di chi ha superato i 40 anni, c’è un elevato contenuto di sostanze antiossidanti capaci di ostacolare l’invecchiamento. Le differenze di colore, delle diverse varietà, stanno a testimoniare proprio la presenza di molecole antiradicali: il viola apporta antociani utili per la circolazione e la vista, l’arancione betacarotene, prezioso per la pelle, il classico bianco è antinfiammatorio per la presenza di zolfo, quelli verdi, ricchi di clorofilla, sono antianemici. Ecco qui tutte le proprietà per ogni colore e come metterli in tavola.

Cavolfiore bianco antinfiammatorio. Ricco di vitamina C, antiossidante e antinfiammatorio, il cavolfiore bianco è un perfetto alleato della salute per combattere i malanni della stagione fredda. Oltre a tenere a bada ritmo cardiaco e pressione, il cavolfiore bianco stimola la tiroide e placa la colite ulcerosa. Una ricetta sempre a portata di tavola? La classica pasta al sugo, arricchita delle tenere infiorescenze bianco latte di questo cavolfiore tra i più comuni, è un fantastico primo piatto invernale, provatela con un po’ di peperoncino e una bella grattata di ricotta dura finale.

Il cavolfiore violetto di Catania è uno dei re italiani del cavolfiore viola, anche se nel mondo ne esistono altre varietà, come il Graffiti cauliflower, il purple Cape o il Violet Queen, coltivate per esempio in Sudafrica; raccolto a gennaio, il cavolfiore viola è di forma medio piccola, compatto e di colore rosso-vino, tranne il gambo e le parti interne che restano bianche; dal sapore delicato, è di gusto più tenue e “morbido” rispetto al tradizionale cavolfiore bianco. Di proprietà simili a quest’ultimo, è arricchito in più di antocianine, carotenoidi, potassio e magnesio. Molto apprezzato a crudo da vegani e crudisti, diventa un piatto originale se cotto al vapore e servito con verdure o salse di colore verde, per esempio piselli, fave, fagiolini o broccoli.

Cavolfiore romano antitumorale. Il cavolo, broccolo o cavolfiore romano o romanesco è un vero e proprio frattale in cucina: dall’intrigante aspetto geometrico, possiede anche proprietà fantastiche per l’organismo. Antianemico, è una buona fonte di vitamina A e vitamina B. Molto apprezzata è la presenza degli antiocianati, sostanze dalle proprietà antitumorali. Sformati, zuppe, minestre e paste delicate, il cavolfiore romano regala portate invitanti, gustose e altamente benefiche. Da provare la vellutata con cimette di cavolfiore romanesco.

La storia del cavolfiore arancione Assurto agli onori di cronaca come vero e proprio anti-age, il cavolfiore arancione contiene di fatto un maggiore livello di beta-carotene, il che significa, dal punto di vista nutrizionale, un maggior apporto di vitamina A. Il cavolfiore arancione venne scoperto per la prima volta in un campo di cavolfiori bianchi in Canada una trentina di anni fa, derivato da una mutazione genetica (Cornell University – The Plant Cell).  Cavolfiore arancione al forno è una ricetta semplice e gustosa, basta sbollentare le cimette per pochi minuti, adagiarle scolate in una pirofila e cospargerle di pane grattugiato, formaggio grana grattugiato (o simile), pepe e qualche scaglietta di mandorla a piacere. Azionare il grill per pochi minuti e poi servire bollenti.

Cavolfiore verde antianemico. Ricco di clorofilla, il cavolfiore verde o cimone è il cugino “green” del cavolo bianco. Come quest’ultimo è ricco di nutrienti preziosi, tra cui minerali, acido folico, vitamina C; la clorofilla che gli conferisce il colore verde favorisce la produzione di emoglobina e può aiutare nella cura dell’anemia. Fresco e tenero, si può consumare crudo, tagliato a fettine molto sottili e marinato, oppure cotto al dente al vapore e poi “sgranato” per fare un cous cous vegano di cavolfiore, assieme ad altre verdure. Se ne conoscono la varietà verde di Moncalieri e quella di Macerata.

Mangialo crudo, è ancora meglio

Nella gastronomia mediterranea il cavolfiore è solitamente preparato cotto, dal momento che la cottura fa sprigionare al meglio suo caratteristico sapore. Ma è bene che la cottura sia limitata al minimo, per non impoverirlo delle sue virtù: ridotto a cimette cuoce in poco tempo anche al vapore, che è il modo migliore per prepararlo. Il cavolfiore è ottimo anche crudo, tagliato finemente oppure grattugiato e poi condito con poco olio extravergine di oliva e sale: la sua consistenza croccante è assai gradevole. Inoltre, la mancanza di cottura preserva intatti i nutrienti, rendendolo ancora più benefico per la salute. Salutari e gustose sono anche le sue foglie che contengono diversi oligoelementi e vitamine.

Silvia Trevaini

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Written by Paola Olivieri