Dicembre 31, 2022 VIVERE GREEN Nessun commento

Dal pericolo del cibo sintetico, alla difesa delle denominazioni più tipiche con l’attesa sentenza sul prosecco croato, fino al problema per la dieta mediterranea del nutriscore. Coldiretti fa un elenco delle battaglie previste per il 2023.

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha elencato alcune delle sfide che nel 2023 attendono il cibo ed i vini made in Italy nell’Unione europea. Dagli attacchi alla produzione di carne, salumi e vino al dal pericolo dell’arrivo nei piatti di carne, latte o pesce in provetta, fino ancora alla difesa delle denominazioni più tipiche con l’attesa sentenza sul prosek, una palese imitazione del prosecco che è il vino più venduto a livello mondiale. Eccole nel dettaglio.

No al cibo sintetico

Secondo la Coldiretti il cibo sintetico rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta ed è una realtà nettamente rifiutata dall’84% degli italiani che si dichiara contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura. L’associazione sottolinea che già ad inizio 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici. Secondo Coldiretti, la carne da laboratorio non salverebbe gli animali perché “viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche e non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali”. Inoltre, l’associazione ricorda di come non ci sia garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare.

Salvare il prosecco

Nel nuovo anno è atteso anche il pronunciamento definitivo nei confronti della richiesta di registrazione tra le menzioni tradizionali del prosek croato, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia, contro la quale l’Italia ha fatto ricorso per il rischio di evocazione e confusione nel consumatore.

Il Nutriscore

Un altro pericolo che ci attende è dato dalla battaglia sull’etichetta nutriscore (l’etichetta ideata dalla Francia che, utilizzando l’immagine di un semaforo, assegna un colore a ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale. I cibi con semaforo “verde” sono da preferire rispetto a quelli “rossi”) che boccia le eccellenze made in Italy. La presentazione della proposta del suo regolamento è stata rinviata almeno all’autunno 2023. Il nutriscore, secondo l’associazione, “è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

La nuova genetica green

Nel nuovo anno si attende il via libera alla nuova genetica “green” capace di sostenere l’obiettivo della sovranità alimentare, difendere il patrimonio di biodiversità agraria presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista.

Nell’agenda 2023 della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nell’ambito del Green deal c’è anche la legislazione per nuove tecnologie di miglioramento genetico che, sottolinea la Coldiretti, permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione tea (tecnologie di evoluzione assistita). Innovazioni che non implicano l’inserimento di dna estraneo alla pianta e dunque non hanno nulla a che vedere con gli ogm come dimostrano gli accordi siglati dalla Coldiretti con la Siga (società italiana di genetica agraria) e con il Crea (consiglio per la ricerca in agricoltura).

Fonte Adnkronos

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Written by Paola Olivieri