In Brasile la marina ha annunciato che una vecchia portaerei è stata affondata al largo delle coste del Paese. Le organizzazioni ambientaliste hanno condannato l’operazione sostenendo che provocherà gravissimi danni.
La marina brasiliana ha annunciato di aver affondato nell’Oceano Atlantico una vecchia portaerei piena di amianto, vernici e altri rifiuti tossici, la São Paulo, provocando le proteste delle organizzazioni ambientaliste. Secondo un comunicato, la nave è stata affondata perché “non c’erano alternative” e l’operazione è avvenuta in modo “controllato” a circa 350 km dalle coste brasiliane. Il giudice che l’ha autorizzata ha definito la soluzione “tragica”, ma ha deciso comunque di dare il via libera poiché lo stato dello scafo avrebbe presto provocato un naufragio spontaneo della nave, e il suo rimorchio avrebbe messo in pericolo il personale destinato a effettuarlo.
Come siamo arrivati a questo punto
La nave è stata costruita alla fine degli anni ’50 nel cantiere navale di Saint-Nazaire nell’Ovest della Francia ed è stata per 37 anni al servizio della marina francese prima di essere acquistata nel 2000 dal Brasile. Negli anni successivi, anche a causa dei danni causati da un incendio, il Paese aveva deciso di disfarsene. L’imbarcazione era quindi stata messa in vendita e acquistata da una società turca che intendeva utilizzarne il metallo. La São Paulo, però, non è mai arrivata a destinazione. Dopo una serie di problemi legati al trasporto, le autorità turche hanno bloccato il piano e la nave è stata costretta a tornare indietro. Da allora, si era cercato invano un porto a cui destinarla.
L’allarme sui danni ambientali
Un pubblico ministero che ha provato a fermare l’operazione di affondamento ha detto che la portaerei contiene 9,6 tonnellate di amianto, 644 tonnellate di inchiostri e altri materiali pericolosi. La marina ha assicurato di aver scelto il luogo dove affondare la nave considerando fattori come la sicurezza della navigazione e dell’ambiente. Il New York Times sottolinea però che secondo Ibama, l’autorità per l’ambiente brasiliana, i materiali tossici potrebbero uccidere animali e piante, e causare gravissimi danni alla catena alimentare marina.
Contro la decisione di affondare l’imbarcazione si sono scagliate anche Sea Shepherd, Basel Action Network e Greenpeace. Secondo il responsabile dei programmi di quest’ultima, Leandro Ramos, “potevano essere adottate altre misure più rispettose dell’ambiente, ma ancora una volta la protezione degli oceani – che sono cruciali per la vita nel pianeta – è stata trattata con negligenza“. I tre gruppi sostengono anche che l’operazione violi tre trattati internazionali e vada contro la promessa del presidente Lula di invertire la crescente distruzione dell’ambiente dovuta alle politiche del suo predecessore, Jair Bolsonaro.
Fonte Agi