Arnica montana L. – Parte utilizzata: prevalentemente i fiori, ma si possono anche sfruttare tutte le altre parti della pianta, foglie, steli, radici e semi, a seconda del tipo di preparazione.

Descrizione. L’Arnica (Arnica montana L.) è un’erba medicinale perenne, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, (note anche come Compositae);  ghiandolosa, a fusto eretto ricoperto da peluria e mediamente robusto, alta 20 – 60 cm, con rizoma molto profondo. Le foglie basali sono riunite a rosette mentre le foglie caulinari sono opposte e più piccole rispetto a quelle basali. I fiori sono costituiti da grandi  capolini di colore giallo-arancio con caratteristici petali “spettinati” e dal gradevole odore aromatico. I fiori ligulati (erroneamente chiamati petali) sono disposti in un unico ordine a raggiera, mentre i fiori tubolosi sono disposti al centro. Il frutto è rappresentato da un piccolo achenio di colore scuro provvisto di pappo per la dispersione dei semi ad opera del vento. In tutta la parte aerea della pianta sono presenti dei peli ghiandolari che contengono i principi attivi responsabili dell’attività terapeutica della pianta.

 

Storia. L’Arnica viene chiamata volgarmente Tabacco di Montagna, perché in passato era utilizzata in sostituzione del tabacco dalle popolazioni di montagna. L’Arnica è una delle piante officinali più antiche citata da poeti e scrittori. Si trovano alcune descrizioni delle sue proprietà curative nei trattati di medicina dell’antica Grecia. Infatti, Dioscoride Pedanio, medico, botanico e farmacista greco del I secolo, le conferisce il nome di “alcimos“, che significa “salutare, benefica“. Questa popolarità tra i medici delle epoche passate ha fatto sì che l’arnica diventasse la pianta più comunemente utilizzata per la cura dei traumi fisici. La sua origine si fa risalire alle praterie acide dell’Europa centro settentrionale. È addirittura plausibile supporre che l’arnica fosse impiegata già nella preistoria. Attualmente la troviamo presente allo stato spontaneo soprattutto nelle aree settentrionali dell’emisfero boreale, ma vi sono alcune segnalazioni anche in ambienti più meridionali quali l’Italia del Sud ed in Portogallo. In Italia è frequente nelle zone alpine e pre-alpine dell’area nord orientale.

Proprietà. Le virtù dell’Arnica sono veramente molteplici, contiene un complesso di composti chimici che agiscono sinergicamente attraverso diversi meccanismi, alcuni dei quali ancora sconosciuti; tuttavia sono stati isolati i principi attivi contenuti nella pianta, ognuno dei quali svolge una particolare azione. Sono esattamente: Glucosidi flavonici, che donano proprietà vasocostrittrice e di stimolatore dell’attività cardiaca e, di conseguenza, della pressione sanguigna; Oli essenziali, sono disinfettanti e antibatterici, ma stimolano anche l’irrorazione sanguigna ai vari organi; Tannini, che agiscono efficacemente come antinfiammatori del tratto gastrointestinale; Sostanze amare, che regolano la funzionalità del tratto gastrointestinale e sono utili per la salute di pelle e mucose, come ad esempio la elenalina, un potente antiflogistico. Grazie alle proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e stimolanti del sistema circolatorio, l’Arnica viene utilizzata per curare traumi, soprattutto traumi fisici, come per esempio ecchimosi, infiammazioni contusioni, contratture, distorsioni o lividi dovuti ad una caduta, e perfino in caso di fratture, e in questo caso è indicata l’applicazione topica sulla parte dolorante (per questo scopo è molto adatto il gel forte), ma anche traumi psichici di vario genere, che possono essere causati da emozioni molto intense, dove si tende ad usare il farmaco omeopatico per via orale. Oltre a ciò l’Arnica è in grado di apportare benefici a stati infiammatori più o meno gravi, attraverso l’applicazione di gel o unguenti sulle parti soggette a dolori reumatici o nevralgici, dovuti sia a patologie transitorie che croniche; è quindi consigliata anche a chi soffre del classico mal di schiena. Inoltre, in caso di una semplice influenza o di stati febbrili più gravi, l’arnica può funzionare come antidolorifico, in questo caso, è possibile applicare i prodotti a livello topico o si può usare il farmaco oralmente per combattere i dolori generici, tipici della febbre. In più, se sei stato punto da una zanzara (o altro insetto) o hai subito una leggera scottatura, l’applicazione topica di gel a base di arnica aiuta a prevenire il gonfiore, diminuire il senso di prurito e accelerare il processo di guarigione. Grazie alle proprietà antisettiche e antinfiammatorie, i prodotti ricavati da questa pianta (in particolare creme) si possono utilizzare come coadiuvanti topici per la cura dell’acne, dei foruncoli e dei follicoli infiammati, rendendo più veloce la guarigione delle parti interessate ed evitando che si infettino. Per di più, sia nei trattamenti anticellulite che nella terapia contro la perdita di capelli a chiazze, i prodotti ricavati da quest’erba officinale ottengono buoni risultati per i loro effetti vaso-stimolanti. Inoltre, sempre grazie alle sue proprietà antidolorifiche, l’arnica viene in soccorso in caso di cistite ed emorroidi e può essere applicata sotto forma di pomata o assunta in compresse. Oltre al resto, malattie come borsite, tallonite, tendinite e sciatica, tutte estremamente fastidiose in quanto limitano i movimenti del corpo, possono essere attenuate sempre con l’utilizzo dell’arnica, che si dimostra un antinfiammatorio molto efficace in questo campo.

 

Impiego. L’Arnica è disponibile in diverse formulazioni, in base all’utilizzo a cui viene destinata, per esempio è disponibile in:

  • Gel e pomate: è il tipo di formulazione da preferire, in quanto prevede il solo utilizzo esterno e, se usata su pelle integra e non direttamente sulle ferite, è quasi priva di effetti collaterali. Si applica localmente sulla zona interessata da dolore e infiammazione, dando risultati soddisfacenti nella cura di slogature e contusioni.
  • Tintura madre: si trova in gocce e rappresenta la base attraverso cui viene prodotto il rimedio omeopatico; per l’assunzione, di norma il rapporto ideale per diluirla in acqua è di 1:5 (non deve mai essere usata pura!), ma è importante attenersi strettamente alle dosi riportate in etichetta o al consiglio del medico. Assolutamente no al fai da te!
  • Saponi e lozioni per capelli: molti prodotti per la pelle e per i capelli sono a base di arnica, che grazie alle sue proprietà stimola la cute e il cuoio capelluto e, quindi, è particolarmente indicata in caso di irritazioni cutanee e caduta di capelli. Di solito si può acquistare in fiale o in altri contenitori di vetro.
  • Estratto secco: questo estratto, ricavato direttamente dai fiori di arnica montana, viene utilizzato per la preparazione di molti prodotti fitoterapici in forma di pastiglie, compresse o granuli.

Vi elencheremo ora alcune preparazioni fai da te:

  • Oleolito: si utilizzano i capolini secchi che vengono lasciati a macerare per circa 21 giorni in olio vegetale in rapporto 1 a 5 (una parte di materiale vegetale in 5 parti di olio). Si raccomanda di utilizzare l’olio solo per uso esterno e su pelle integra.
  • Infuso: infondere per 5-10 minuti 2 g. di fiori essiccati in 100 ml di acqua bollente. Far raffreddare ed applicare sulla parte interessata anche più volte al giorno.
  • Decotto astringente: sarà molto utile se hai riportato ecchimosi o contusioni in seguito ad una caduta; per la preparazione metti circa 15 g di foglie e fiori secchi in un 1 l d’acqua., porta ad ebollizione e lascia bollire per un quarto d’ora, poi filtra e fai raffreddare, imbevendo dei tamponi con questo decotto (controlla prima che si sia completamente raffreddato!) potrai effettuare impacchi sulle parti dolenti.
  • Tintura madre fatta in casa contro punture d’insetti: metti a macerare per una decina di giorni circa 20 g di radici miste a fiori in 100 g di alcool a 60°, diluisci poi il tutto in 0,5 l d’acqua, al termine dei 10 giorni di macerazione, la tintura sarà pronta per l’applicazione topica. Ricordati di non ingerire mai questo composto, perché potrebbe risultare altamente tossico!
  • Decotto contro i reumatismi: metti a macerare 30 g di fiori di arnica per 8-10 giorni in 0,5 l di alcol puro, trascorsi i giorni necessari, cola il composto e quindi unisci un dado di canfora e un po’ di trementina (circa un bicchierino), sbatti energicamente affinché la canfora si sciolga e si amalgami al resto, aggiungendo anche un bicchiere d’acqua; il decotto è pronto, applicalo pure localmente per massaggiare le zone più colpite dai dolori reumatici.
  • Come combattere gli antiestetici brufoli: puoi creare un impasto con due cucchiaini di miele e uno di tintura d’arnica, che applicherai poi più volte sulla cute affetta da foruncoli; già dopo 4 o 5 applicazioni noterai una evidente diminuzione dell’infiammazione e una pelle più sana.

Come hai visto, i possibili usi dell’Arnica sono molteplici; ma prima di scegliere quello più comodo ed efficace per te, soffermati a leggere attentamente quali sono i rischi legati all’uso di prodotti che contengono estratti di questa pianta.

 

Avvertenze. Evitare l’uso topico di arnica in caso di allergia riconosciuta al genere delle Compositae ed in presenza di piaghe aperte o lesioni cutanee. L’utilizzo di preparazioni a base di arnica dovrebbe essere evitato anche in gravidanza. L’arnica somministrata per via topica – soprattutto se impiegata per lunghi periodi o in dosi elevate – può provocare lesioni di tipo irritativo o caustico nella sede di applicazione. La pianta, inoltre, può causare reazioni allergiche che si manifestano sotto forma di eruzioni cutanee pruriginose, ulcere o vesciche. L’assunzione di arnica per via interna, invece, può provocare gastriti, nausea, vomito, enterocoliti, diarrea, emorragie, vertigini, cefalea, palpitazioni e ipotensione arteriosa. Il suo uso interno, pertanto, è altamente sconsigliato.

 

Written by Paola Olivieri