Nel nuovo rapporto curato da Legambiente e CNR-IIA è stato calcolato per la prima volta l’indice di sostenibilità delle isole minori italiane. Ecco quali sono le più virtuose in materia di gestione dei rifiuti, consumo di suolo e mobilità a zero emissioni.
È stato diffuso oggi, mercoledì 21 giugno, il quinto rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori” curato dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dal report è emerso che nel nostro Paese sulle isole minori la piena sostenibilità è ancora un traguardo lontano. Tanti i ritardi da colmare: da quelli sulla gestione dei rifiuti, sulle mobilità a zero emissioni, sul ciclo delle acque, a quelli relativi all’energia da fonti rinnovabili e della lotta al consumo di suolo.
Su 27 piccole isole marittime abitate prese in esame, l’indice di sostenibilità medio, calcolato per la prima volta dall’Osservatorio tenendo conto delle performance legate a temi come consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi, è pari al 40%. La fotografia scattata dall’Osservatorio Isole Sostenibili indica anche i settori di intervento su cui bisogna lavorare e accelerare il passo perché la transizione ecologica del Paese passa anche da questi territori.
Che cos’è l’Osservatorio Isole Sostenibili
Promosso da Legambiente e Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Osservatorio ha l’obiettivo di contribuire a raccontare quanto sta avvenendo nelle isole minori italiane in materia di sostenibilità e a stimolare con report, workshop, news e scambi di esperienze un’accelerazione nella spinta ad una transizione ecologica di territori così delicati e affascinanti.
Le isole più virtuose e quelle in ritardo sulla sostenibilità
Guardando alle singole isole, tra quelle più avanzate nel percorso di sostenibilità ci sono le isole Tremiti con un indice pari al 53%, seguite dalle Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo), le Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi), le Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) che raggiungono il 49%, e dall’isola di Capraia che si attesta al 47%. In ritardo, invece, La Maddalena, con un indice pari al 21%, l’Isola d’Elba (26%) ed Ischia (29%). Isole quest’ultime che devono velocizzare il passo per recuperare il terreno rispetto alle consorelle più virtuose.
“Le isole minori, sistemi chiusi, sono il laboratorio ideale dove sperimentare la sostenibilità. Dove applicare modelli innovativi necessari per affrontare le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte”, si legge sul report. “In particolare le isole italiane trarrebbero un grande vantaggio da un sistema di sviluppo sostenibile: rappresentano un ecosistema vulnerabile, dentro uno scenario climatico che prevede rilevanti impatti legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del mare, e per le pressioni antropiche legate alla forte pressione turistica nei mesi estivi”.