Lavandula L. – Parte utilizzata : Fiori o sommità fiorite
Descrizione. La Lavanda è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Labiate, è un piccolo arbusto sempreverde, dall’aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dalla tipica infiorescenza a spiga e portamento cespuglioso. Può avere un’altezza variabile dai 50 cm fino al 1.20 m. Queste piante sono fortemente aromatiche. I rami sono dritti, le foglie, inserite sul fusto senza picciolo, sono opposte, lanceolate-lineari di un colore verde-grigiastro. I fiori della lavanda sono raccolti in spighe, principalmente all’apice dei fusticini, ma in alcuni casi anche laterali, all’ascella delle foglie. Il frutto della lavanda è un achenio che contiene al suo interno un solo seme. Esistono diverse specie, ma da tre in particolare, del genere Lavandula, è possibile ricavare l’olio essenziale:
- Pianta Lavanda vera (Lavandula angustifolia Miller, sin. Lavanda officinalis Chaix, Lavanda vera DC).
- Lavanda spica o spigo ( Lavandula latifolia DC., sin. Lavanda spica DC): ha proprietà analoghe alla Lavanda vera, di cui è considerata un succedaneo, anche se l’olio essenziale ricco di ossidi, si caratterizza per una scarsa attività antimicrobica.
- Lavandino (L. hybrida Rev., ibrido naturale di Lavanda officinalis x L. spica): in genere si presenta come una pianta più grande rispetto alla Lavanda vera. La resa dell’olio essenziale di lavandino è maggiore rispetto l’olio essenziale di Lavanda officinalis. Ha impieghi analoghi a quelli della Lavanda vera, ma è più penetrante e rubefacente, con profumo più acre.
Dalla Lavanda angustifolia L. si ottiene l’essenza più pregiata per l’uso officinale.
Storia. Il nome comune “lavanda” con il quale siamo abituati a chiamare queste piante (ma anche quello scientifico Lavandula) è stato recepito nella lingua italiana dal gerundio latino “lavare” ( = che deve essere lavato) per alludere al fatto che queste specie erano molto utilizzate nell’antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo. Il nome scientifico del genere è stato proposto per la prima volta dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort e fissato definitivamente da Linneo. I romani facevano largo uso dei fiori della lavanda, poiché ne ricavavano l’essenza che secondo la scienza medica del tempo aveva numerose proprietà mediche: purificanti, antisettiche, antibatteriche, antireumatiche ed antinfiammatorie. Oltre all’essenza ne estraevano anche un olio essenziale che adoperavano nella cura delle bruciature e delle punture di insetto. In epoca medievale la lavanda fu molto adoperata insieme ad altre erbe, per la festa di san Giovanni. Durante la notte di San Giovanni, infatti, per le vie della città di Roma, la popolazione si muniva di spighe di lavanda per scacciare le streghe, la spiga che era stata usata durante i festeggiamenti serviva in seguito come amuleto, per proteggersi dai demoni e dalle disgrazie. Inoltre una spiga di lavanda veniva sventolata durante le cerimonie nuziali perché secondo le tradizioni avrebbe propiziato la fecondità dei novelli sposi.
Proprietà. Alla lavanda sono attribuite numerose attività: sedative, antispastiche sulla muscolatura liscia del tubo digerente e dell’albero bronchiale, antinfiammatorie, antimicrobiche e perfino ipocolesterolemizzanti. Più precisamente, tutte queste proprietà sono ascrivibili all’olio essenziale estratto dalla pianta. L’olio essenziale di lavanda si utilizza esclusivamente per via esterna: ottenuto per distillazione dei fiori, e ricco in esteri, presenta ottime proprietà antinfiammatorie. I costituenti principali dell’olio essenziale di lavanda sono: cineolo, linalolo, borneolo, canfora, acetato di linalile, canfora, terpineolo, tannini, flavonoidi, acido rosmarinico (sostanza con attività antiossidante) lavandulolo e limonene. Ha proprietà in grado di apportare benefici in caso di problemi che interessano le vie respiratorie; i vapori sprigionati dall’olio essenziale di lavanda hanno proprietà battericide che lo rendono utile in caso di asma, bronchiti, mal di gola e catarro. L’olio essenziale esercita sul sistema nervoso centrale proprietà sedative ed ansiolitiche, i benefici della pianta sono particolarmente tangibili quando i principi attivi sono stati assunti per via inalatoria. La lavanda possiede anche buone proprietà nei confronti dell’insonnia, ponendo qualche goccia sul cuscino di olio essenziale di lavanda migliora la qualità e la regolarità del sonno. Grazie alle sue proprietà apporta benefici anche in caso di problemi digestivi; la sua assunzione, oltre a favorire la digestione ed a ridurre il gonfiore addominale, ripristina la flora intestinale ad un livello ottimale.
L’olio essenziale trova impiego anche per uso esterno ed è utile in caso di acne, forfora, punture di insetti, scottature, infiammazioni e dermatiti. Secondo i dermatologi l’olio di lavanda è uno dei migliori rimedi contro l’acne. È in grado di inibire la proliferazione dei batteri che causano l’infezione iniziale che poi da origine all’acne. A tal scopo si può aggiungere qualche goccia di olio essenziale di lavanda alla crema che utilizziamo normalmente per la cura della nostra pelle. L‘olio essenziale può essere utilizzato come analgesico in caso di reumatismi e dolori articolari. In questo caso l’olio di lavanda viene utilizzato per praticare massaggi sulle parti doloranti e può essere impiegato anche in casi di mal di schiena, dolori muscolari, lombalgia e reumatismi. È stato dimostrato che le sostanze contenute nella lavanda hanno proprietà utili ad eliminare i pidocchi e le loro uova. Oltre a questo la pianta è anche utile per il trattamento della perdita dei capelli, in particolar modo per i soggetti che soffrono di alopecia. In questo caso il rimedio consiste nel massaggiare il cuoio capelluto con l’olio essenziale di lavanda. L’olio essenziale di lavanda utilizzato esternamente si è rivelato efficace nel trattamento di alcuni disturbi circolatori, infatti viene impiegato in una particolare tipologia di cura termale definita balneoterapia; in questa particolare forma di cura termale, l’olio essenziale di lavanda viene aggiunto all’acqua termale (di solito, con temperatura intorno ai 38°) nella quale il paziente si dovrà poi immergere.
Impiego. L’olio applicato sulla pelle è un potente repellente nei confronti di fastidiosi insetti come zanzare, moscerini e mosche. Inoltre, in caso di punture di insetti la pianta ha proprietà antinfiammatorie e può essere utilizzata per ridurre il dolore e l’irritazione causate dalle punture di insetti. Al giorno d’oggi la lavanda è ancora una pianta molto utilizzata. I suoi fiori, dopo esser stati essiccati, vengono posti all’interno di piccoli sacchettini che riposti nei cassetti e negli armadi servono a profumare la biancheria. L’olio essenziale è molto utilizzato sia per la produzione di saponi e profumi che nella fitoterapia dove si usa per alleviare il mal di testa, strofinandone alcune gocce sulle tempie.
Nella moderna fitoterapia la lavanda viene utilizzata sotto forma di estratti secchi titolati, infuso, essenza, polveri e tintura madre.
L’infuso di lavanda può essere assunto come bevanda dalle proprietà calmanti e rilassanti. In questo caso i fiori secchi di lavanda possono essere abbinati a melissa, tiglio e camomilla, per ottenere un infuso dal sapore gradevole. L’infuso preparato con sola lavanda presenta spiccate proprietà diuretiche.
INFUSO: 1 cucchiaio raso di fiori di lavanda, 250 ml di acqua bollente.
Versare i fiori di lavanda nell’acqua bollente, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo, consumare tre volte al giorno.
TINTURA MADRE: 30 gocce di tintura madre tre volte al giorno, in caso di meteorismo, flatulenza, dolori addominali
USO ESTERNO: 2-3 gocce di olio essenziale di lavanda in caso di ustioni, ferite, piaghe, apporta sollievo in presenza di punture d’insetti, eritemi solari, irritazioni causate da medusa.
Avvertenze. Evitare l’assunzione in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti della lavanda. L’assunzione della lavanda è controindicata anche in gravidanza e durante l’allattamento. In seguito all’utilizzo esterno dell’olio essenziale di lavanda possono manifestarsi effetti collaterali a carico della cute, quali irritazioni, dermatiti e fototossicità.