Il nervo vago, noto anche come nervo cranico X, è uno dei dodici nervi cranici che si originano dal cervello e si estendono verso diverse parti del corpo. In particolare, ha origine dal tronco cerebrale e si estende verso il collo, il torace e l’addome. Si divide infatti in due steli e s’inoltra lungo il collo, passa nel torace e raggiunge l’addome, innervando i grossi vasi e la maggior parte degli organi che incontra: il cuore, i bronchi e i polmoni per arrivare fino allo stomaco e all’intestino. Ha diverse funzioni importanti nel corpo umano. Ad esempio, è coinvolto nella regolazione del sistema nervoso autonomo, che controlla funzioni corporee come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, la respirazione e la digestione. Inoltre, gioca un ruolo nel controllo della parola, della deglutizione e della respirazione. Il nervo vago è anche stato associato a diverse condizioni mediche. Ad esempio, studi recenti hanno suggerito che la stimolazione del nervo vago può essere utile nel trattamento di disturbi come l’epilessia, la depressione e l’obesità.
Nervo vago infiammato: le cause
Il nervo vago infiammato può essere causato da artrosi cervicale, condizioni di stress prolungato, ansia e cattiva alimentazione. Oppure a causa di una postura errata che, facendo contrarre i muscoli del tratto cervicale, vada a comprimere il nervo vago. Ecco alcune delle possibili cause:
-infezioni: alcune infezioni virali o batteriche possono causare un’infiammazione del nervo vago. Ad esempio, l’infezione da virus di Epstein-Barr e la malattia di Lyme sono state associate a neuropatie vage;
-malattie autoimmuni: alcune malattie autoimmuni, come la sindrome di Sjogren e la sclerosi multipla, possono causare un’infiammazione del nervo vago;
-traumi o lesioni: un trauma o una lesione al collo o alla testa possono danneggiare il nervo vago e causare un’infiammazione;
-tossine: l’esposizione a tossine come il piombo, il mercurio e l’alcol può danneggiare il nervo vago e causare un’infiammazione;
Altre cause: altre possibili cause di neuropatie vage includono il diabete, l’ipotiroidismo, l’uso di farmaci come la chemioterapia e alcuni disturbi ereditari.
I sintomi di un’infiammazione del nervo vago
Come tutti i nervi, anche il vago, può andare incontro a disfunzioni responsabili di una serie di disturbi atipici ma debilitanti dei quali, spesso, è difficile individuare l’origine: sono quei malesseri altalenanti, che non dipendono dall’età o dal sesso, talora accompagnati da inspiegabili sintomi respiratori o viscerali, alterazioni dell’equilibrio, emicrania e spossatezza che non migliora con il riposo. Un’infiammazione del nervo vago, nota anche come neuropatia vaga, può causare una serie di sintomi che possono variare da persona a persona. Alcuni dei sintomi più comuni di un’infiammazione del nervo vago includono:
vertigini e svenimenti: un’infiammazione del nervo vago può causare una diminuzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, il che può portare a vertigini e svenimenti;
problemi digestivi: il nervo vago gioca un ruolo importante nella digestione, un’infiammazione può causare sintomi come nausea, vomito, diarrea, gonfiore addominale e perdita di appetito;
difficoltà nella deglutizione: il nervo vago controlla anche la deglutizione, un’infiammazione può causare difficoltà a deglutire e sensazione di costrizione alla gola;
problemi respiratori: il nervo vago controlla anche la respirazione, una sua infiammazione può causare quindi problemi come dispnea (difficoltà respiratoria), tosse e respiro sibilante;
dolore e intorpidimento: un’infiammazione del nervo vago può causare dolore e intorpidimento al collo, alla testa e alle orecchie;
problemi vocali: il nervo vago controlla anche le corde vocali, quando infiammato può causare cambiamenti nella voce, come raucedine o voce debole.
Lo stress gioca brutti scherzi
Lo stress, dunque, è responsabile dell’infiammazione del Nervo Vago che, a sua volta, smette di favorire il rilassamento, aggravando i sintomi tipici dell’ansia, come l’angoscia, la confusione mentale, il nodo alla gola, l’insonnia e lo stato d’allerta, oltre a divenire causa di disturbi fisici, come visto sopra. In sempre più numerosi studi, inoltre, si parla dello stretto legame tra tono del Nervo Vago e regolazione delle emozioni: è il caso dello studio di Stephen W Porges, che evidenzia il ruolo del Nervo Vago nella percezione e nell’espressione delle emozioni. Contemporaneamente, si moltiplicano gli esperimenti volti a dimostrare che le emozioni positive possono migliorare il tono del nervo, come evidenziato da una pubblicazione sul Journal of Research in Personality, che si concentra sul legame tra autostima e tono vagale. Un altro importante studio rivela come emozioni positive, ad esempio la compassione, siano associate a un miglior tono del nervo vago. Tutto questo è molto rilevante se si pensa all’ansia come ad un problema che ha molto a che fare con la gestione delle emozioni.
L’efficacia dell’osteopatia
La sua funzionalità può essere compromessa a causa di una iper stimolazione/attivazione del sistema ortosimpatico o di altro processo che disturba l’equilibrio tra orto e parasimpatico (stress e infiammazione es. il reflusso gastroesofageo). Da non dimenticare che, sistema nervoso e sistema immunitario collaborano continuamente. Il 70% del sistema immunitario si trova nell’intestino, quindi risulta di fondamentale importanza il microbioma influenzato dall’alimentazione (patologie autoimmuni). Il Nervo Vago viene controllato dalla respirazione e viceversa: ad esempio, un’eccessiva ventilazione o un’apnea possono condizionare sul suo funzionamento: esso innerva il diaframma assieme al nervo frenico. L’Osteopatia ha l’obiettivo di cercare le cause dei disturbi e delle patologie e si occupa di risolverli attraverso la manipolazione e le terapie manuali viscerali. La stimolazione del nervo vago, attraverso le terapie manuali osteopatiche, favorisce il riequilibrio della circolazione linfatica e la riduzione dell’infiammazione, diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, oltre a rilassare i muscoli e la mente. Questi effetti comprendono anche un aumento dell’ossitocina e della serotonina. La sua stimolazione, associata a specifica terapia fisica, aumenta notevolmente il recupero della funzione motoria post ictus.
Silvia Trevaini
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