La Commissione Europea ha presentato ufficialmente la sua proposta per la revisione della legislazione Ue sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio. Nella modifica rientrano anche i nuovi limiti all’utilizzo di plastica biodegradabile.
La Commissione Europea ha presentato ufficialmente la sua proposta per la revisione della legislazione Ue sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio. Si tratta di un Regolamento, ovvero di un provvedimento vincolante per tutti gli Stati senza possibilità di recepimenti differenti, che va ad emendare la Direttiva 94/62/CE. La decisione della Ue va nella direzione di regolare l’uso di bioplastiche, oggi in deciso aumento, e promuovere il riciclaggio di ‘alta qualità’. Le plastiche a base biologica, biodegradabile e compostabile dovrebbero essere utilizzate solo se effettivamente benefiche per l’ambiente, mentre quelle biodegradabili dovrebbero essere usate con prudenza, per evitare il rischio che vengano gettate ovunque, visto che tanto sono biodegradabili, questo l’indirizzo della Ue.
Cosa ha deciso la Ue sulla plastica biodegradabile
“Le plastiche biodegradabili non dovrebbero in alcun modo essere considerate come un’autorizzazione a disperdere rifiuti. Inoltre le loro etichette devono indicare in quanto tempo, in che circostanze e in quale ambiente si biodegradano. I prodotti che corrono un rischio elevato di essere dispersi nell’ambiente, compresi quelli contemplati dalla direttiva sulla plastica monouso, non possono essere definiti o etichettati come biodegradabili”, ha spiegato la Commissione.
L’esecutivo Ue ha evidenziato che l’uso e la produzione di plastiche a base biologica, compostabili e biodegradabili sono in costante aumento e che, affinché queste plastiche non aggravino fenomeni come l’inquinamento da plastica e la perdita di biodiversità, devono essere soddisfatte diverse condizioni. Per quanto riguarda la produzione delle plastiche a base biologica, la biomassa utilizzata “deve provenire da fonti sostenibili”, “i produttori dovrebbero dare la priorita’ all’uso di rifiuti organici e sottoprodotti come materie prime” e, per combattere il greenwashing ed evitare di indurre in errore i consumatori, “i produttori devono evitare definizioni generiche sui prodotti di plastica come bioplastiche e a base biologica” e “specificare la quota esatta e misurabile del contenuto di plastiche a base biologica nel prodotto”.
Infine, “le plastiche compostabili a livello industriale dovrebbero essere utilizzate solo se presentano benefici ambientali, non incidono negativamente sulla qualità del compost e in presenza di un adeguato sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti organici”, ha puntualizzato l’esecutivo Ue.
“Il regolamento sugli imballaggi, la Commissione Ue si posiziona sui binari giusti: il riciclo non basta, ma bisogna ridurre il consumo di plastica per fermare l’inquinamento, eliminando packaging superfluo, favorendo riuso e ricarica ed evitando il monouso”. Così Greenpeace Italia, con una serie di tweet.