Dopo il tradizionale test di gravidanza sulle urine è arrivata anche la conferma dalle analisi del sangue: la famiglia si allarga. Nei tre trimestri la donna deve seguire un fitto calendario costellato di visite di controllo dal ginecologo di fiducia, ecografie, test, molti dei quali vengono erogati gratuitamente, senza pagamento di alcun ticket. Purtroppo, non esiste un’agenda standard applicabile a tutte le donne. Ma vediamo allora quali sono i principali esami a cui si sottopone una donna incinta, trimestre dopo trimestre.
Visita ginecologica
Entro la decima settimana. Lo specialista fa il punto sulla condizione di salute della donna e valuta ogni eventuale fattore di rischio che potrebbe compromettere il buon andamento della gravidanza. Sulla base dei dati raccolti, il ginecologo stabilisce il calendario degli esami da fare nei tre trimestri e da una serie di indicazioni sulle visite successive.
Prima ecografia
Tra l’ottava e la dodicesima settimana. La prima ecografia consente di verificare se il sacco gestionale è davvero all’interno dell’utero ed escludere, quindi, l’eventualità della gravidanza extrauterina. Permette anche di appurare la vitalità del feto e di controllare quanti embrioni sono presenti, perché una volta su 85 la gravidanza è multipla. Infine, con questa ecografia si può misurare in millimetri la lunghezza dell’embrione e datare con certezza la gravidanza. L’esame si esegue per via trans addominale oppure per via trans vaginale.
Esami del sangue
Entro la tredicesima settimana. Vengono prescritti un emocromo completo, per verificare la presenza di un’anemia o di alterazioni piastriniche, il dosaggio della glicemia, importante per individuare un diabete latente, e le transaminasi, per valutare la funzionalità epatica. Queste analisi comprendono anche uno screening infettivo logico, per valutare l’immunità a patologie potenzialmente pericolose per il feto, come Hiv, sifilide, gonorrea, clamidia, rosolia, toxoplasmosi, citomegalovirus, Hcv, Hbv. Questi esami si ripetono anche nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza. La coppia deve sottoporsi a un prelievo ematico per la ricerca del gruppo sanguigno: se la futura mamma, infatti fosse Rh negativo e il partner Rh positivo, il feto potrebbe anch’esso essere Rh positivo. In questo caso la donna potrebbe sviluppare particolari anticorpi contro i globuli rossi del bambino, mettendo così a rischio la gravidanza. Inoltre, viene prescritto il dosaggio del TSH. Questo per valutare un’eventuale alterazione della funzione tiroidea della donna, che potrebbe comportare problemi al nascituro e determinare una riduzione della fertilità femminile.
Esame completo delle urine
Entro la tredicesima settimana. Viene eseguito per verificare la funzione renale della gestante e la presenza di eventuali infezioni a carico delle vie urinarie. L’esame viene ripetuto nel secondo e nel terzo trimestre della gravidanza.
Test combinato- Facoltativo
Tra la dodicesima e la quattordicesima settimana. Questa tecnica di diagnosi prenatale comprende due prestazioni: la prima è la translucenza nucale, un esame ecografico che valuta lo spessore di uno spazio presente dietro alla nuca del feto, mentre la seconda è il bitest, un prelievo di sangue che permette di misurare la concentrazione degli ormoni gonadotropina corionica umana e proteina A plasmatica. I valori ottenuti con questi due test vengono incrociati con l’età materna da un software specifico, in grado di stimare il rischio che il feto possa essere affetto da un’anomalia cromosomica, come la sindrome di Down, la sindrome di Edwards o la sindrome di Patau. In caso di test positivo, si può procedere con una consulenza genetica e ulteriori approfondimenti diagnostici, come villo centesi e amniocentesi.
Test del dna fetale- Facoltativo
Tra la decima e l’undicesima settimana. Il Dna di origine fetale può essere prelevato in maniera non invasiva e analizzato per individuare eventuali anomalie cromosomiche. Inoltre, con questo test è possibile individuare anche il sesso fetale e alcune alterazioni dei cromosomi sessuali, come la sindrome di Turner e la sindrome di Klinefelter.
Villocentesi- Facoltativa
Tra l’undicesima e la dodicesima settimana. Questo esame prevede l’introduzione di un ago nella placenta, passando per l’addome materno, per il prelievo di una piccola porzione di villi coriali da far analizzare. Il test consente di accertare eventuali anomalie congenite come la sindrome di Down, la sindrome di Patau o la sindrome di Edwards o malattie genetiche, come la fibrosi cistica, la distrofia di Duchenne- Becker e la talassemia. La villocentesi, considerata “invasiva” comporta un rischio di aborto compreso tra l’1% e il 2%.
Seconda ecografia
Tra la ventesima e la ventunesima settimana. La seconda ecografia, più comunemente definita “morfologica”, serve a monitorare le funzionalità degli organi fetali e a misurarne le parti, al fine di valutare lo stato di salute generale e a escludere eventuali anomalie. Nel corso di questa ecografia, inoltre è possibile determinare il sesso del nascituro.
Curva da carico di glucosio
Tra la ventiquattresima e la ventottesima settimana. È un test che misura i valori della glicemia prima e dopo l’assunzione di una soluzione di glucosio per via orale, in grado di diagnosticare il diabete gestazionale. Viene prescritta alla gestante quando i valori della glicemia a digiuno si attestano tra i 110 e i 125 mg/dL, specialmente se coesistono uno o più fattori di rischio, come il sovrappeso e l’obesità, la famigliarità di primo grado, l’età superiore ai 35 anni.
Amniocentesi- Facoltativa
Tra la quindicesima e la diciottesima settimana. Questo esame consiste nel prelievo di un campione di liquido amniotico, attraverso l’introduzione di un ago nell’addome materno fino a raggiungere l’utero. Il test permette di accertare la presenza, o meno, di eventuali anomalie congenite o le malattie genetiche. L’amniocentesi, che per le modalità di esecuzione viene considerata invasiva, comporta un rischio di aborto inferiore all’1%.
Terza ecografia
Tra la trentesima e la trentaduesima settimana. La terza ecografia serve a monitorare l’evoluzione e il benessere del feto, la quantità di liquido amniotico presente e la posizione della placenta. Inoltre, in questa fase lo specialista osserva la disposizione del feto.
Tampone vaginale per lo streptococco
Tra la trentaseiesima e la trentasettesima settimana. Con questo tampone vaginale si va a ricercare un batterio, lo Streptococco beta-emolitico di gruppo B, che può colonizzare il tratto gastro-intestinale e/o genito-urinario della gestante, causando gravi infezioni neonatali come setticemia, polmonite e meningite.
Monitoraggio cardiotocografico
Intorno alla quarantesima settimana. Questo esame, eseguito appoggiando due sonde sulla pancia della donna, serve per monitorare la frequenza cardiaca del feto e valutare l’attività contrattile della futura mamma.
Silvia Trevaini