I funghi (Fungi, L. 1753, dal latino) o miceti (dal greco μύκης, mykes) sono un regno di organismi eucarioti, unicellulari e pluricellulari a cui appartengono anche i lieviti e le muffe: comprende più di 700.000 specie conosciute, benché la diversità sia stata stimata in più di 3 milioni di specie.Classificati scientificamente da Linneo come Piante, i funghi sono stati poi elevati al rango di regno da Nees nel 1817 e da Whittaker nel 1968.
Tutti i funghi sono eterotrofi, cioè ricavano le sostanze nutritive dall’ambiente esterno, assorbendole attraverso le pareti. I funghi costituiscono un anello importante negli ecosistemi in quanto facilitano la decomposizione del materiale organico, permettendo così la chiusura del ciclo della materia – rendendola nuovamente bio-disponibile.
L’uso umano di funghi per la preparazione del cibo e la loro conservazione sono ampi e hanno una lunga storia.
Come ben si sa, molti funghi sono pericolosi e velenosi per l’uomo. I funghi commestibili invece, in senso comune sono in genere un’ampia gamma di specie di macromiceti. Molte sono commercialmente coltivate, ma altre devono essere raccolte in natura. Agaricus bisporus, venduto come fungo champignon (dal termine francese indicante genericamente i funghi macroscopici) è una specie comunemente mangiata, viene usato in insalate, minestre, e molti altri piatti.
Viene rivelato però da una recente ricerca guidata dal Nutrition Impact di Battle Creek, pubblicata su Food Science and Nutrition e finanziata dal Mushroom Council (che riunisce i produttori di funghi), che oltre che per il gusto, ecco un’altra ragione per aggiungere i funghi al proprio pasto: lo rendono più nutriente, aumentando l’assunzione di diversi micronutrienti, compresi quelli di cui più spesso si può essere carenti, come la vitamina D, senza alcun aumento di calorie, sodio o grassi.
I risultati, basati sui dati del National Health and Nutrition Examination Survey 2011-2016 divisi fasce di età 9-18 anni e oltre i 19, hanno evidenziato che una porzione da 84 grammi di funghi ha aumentato l’assunzione molti nutrienti tra cui potassio e fibre. In particolare, è emerso che l’aggiunta di una porzione (84 g) di funghi alla dieta ha comportato un aumento di fibra alimentare (5% -6%), rame (24% -32%), fosforo (6%), potassio (12% -14 %), selenio (13% -14%), zinco (5% -6%), riboflavina (13% -15%), niacina (13% -14%) e colina (5% -6%) in adolescenti e adulti; ma non ha avuto impatto su calorie, carboidrati, grassi o sodio. Quando i funghi comunemente consumati sono esposti alla luce UV possono poi arrivare a fornire 5 mcg di vitamina D per porzione, cosa che potrebbe soddisfare o anche superare leggermente il valore giornaliero raccomandato (98% – 104%), oltre a diminuire la carenza di questo nutriente.
Va comunque ricordato che i funghi vanno consumati, in genere e se non se ne è mai fatto un uso precedente, saltuariamente ed in modiche quantità in quanto spesso contengono carboidrati complessi e poco comuni negli altri alimenti, primo tra tutti, la chitina, che appesantiscono il lavoro dell’apparato digerente. La risposta dell’organismo a simili stimoli è spesso strettamente individuale, escludendo i casi di allergia ed intolleranza alimentare, la dotazione enzimatica dell’organismo umano atta a digerire queste molecole è estremamente variabile e personale.