Medicago sativa L. – Parte utilizzata: foglie e germogli
Descrizione. L’erba medica (Medicago sativa L.) detta anche alfalfa, è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o Leguminose). Possiede un rizoma sotteraneo, le sue radici sono lunghe in media 3/6 m, e i suoi fusti sono eretti, ramificati ricchi di numerosi germogli laterali, dai quali, dopo il taglio, si originano nuovi fusti. Ha un’altezza di 30-80 cm circa. Le foglie con stipole lineari, sono oblunghe, alterne, trifogliate, con margine denticolato e apice troncato-mucronato; la fogliolina mediana è provvista di un breve rachide. I fiori, di colore violetto-azzurro ma anche viola scuro e raramente biancastri, nascono riuniti in racemi all’ascella delle foglie, sono pentapetali, i 2 petali inferiori, ± saldati fra loro, formano la carena, ai lati altri 2 petali e superiormente il quinto petalo, detto vessillo o stendardo ha una nervatura più scura. I frutti sono legumi spiralati con 2-3 spire a superficie reticolata e pubescente, contenenti numerosi semi lucidi e molto piccoli (100 di essi pesano 0,2 g).
Storia. L’erba medica è un’erba foraggiera che accompagna la storia dell’umanità da 9000 anni. Fin dall’antichità le sue eccelse proprietà hanno portato al suo utilizzo come erba da foraggio, in fitoterapia e in campo alimentare. Nella medicina popolare, l’erba medica viene utilizzata come rimedio per trattare patologie quali il diabete e i malfunzionamenti della ghiandola tiroidea. Secondo le indicazioni contenute in scritti in parte molto antichi, pare che questa pianta fosse nota già 3500 anni or sono alle popolazioni e alle stirpi cinesi. Probabilmente fu introdotta nel 5° secolo avanti Cristo nelle zone della Grecia da cui, con l’ampliamento del regno ottomano, fu diffusa anche in Nordafrica e Spagna. In numerosi riferimenti sull’origine e la diffusione dell’erba medica, si parla dell’importanza della pianta come foraggio per i cavalli e le pecore, nonché come alimento (germogli). Persino Charles Darwin (1809 –1882), scopritore della moderna teoria dell’evoluzione, ha riconosciuto la grande importanza dell’erba medica. Sembra che su sua proposta furono introdotte alcune specie di calabroni in Australia, già colonia britannica, al fine di garantire una efficace impollinazione dell’erba medica.
Proprietà. L’erba medica viene utilizzata soprattutto per il suo elevato contenuto di vitamine e minerali, inoltre sembra che le saponine contenute nell’erba medica siano dotate di potenziali attività terapeutiche. Ricca di nutrienti, racchiusi nelle sue radici profonde e nelle foglie, l’erba medica è uno scrigno di sostanze preziose per la nostra salute: fitoestrogeni, bioflavonoidi, glucosidi, alcaloidi, aminoacidi e oligoelementi, clorofila e vitamine A, B, C, D, E e K, enzimi digestivi e fibre. Ha quindi proprietà antinfiammatorie, anticolesterolemiche, digestive e stimolanti della secrezione biliare e per tutti questi motivi, l’erba medica risulta un ottimo depurativo del fegato. L’erba medica è dunque uno dei rimedi più efficaci per sostenere la salute del fegato, lo rigenera e lo aiuta a disintossicarsi, che soprattutto in questa stagione “chiede” di rinascere: l’erba medica è in grado di aiutarlo a eliminare le tossine e gli acidi in eccesso, sgrassandolo e prevenendo infiammazioni, steatosi e calcoli biliari. Inoltre l’erba medica è utile in questo cambio di stagione, quando ci si sente gonfi, stanchi, con poco o troppo appetito. Liberando tutti gli organi, non solo il fegato dalle tossine, l’erba medica ci aiuta ad affrontare al meglio questo cambiamento. La medicina naturale, generalmente, utilizza questa pianta in caso di affaticamento fisico, stanchezza, debolezza e mancanza di appetito; oltre ad utilizzarla come rimedio per favorire la produzione di latte materno dopo il parto e come rimedio per contrastare i sintomi della menopausa.
Impiego. L’erba medica la si può trovare sotto forma di estratto secco, tintura madre, granuli e gocce. La dose di prodotto da assumersi può variare fra un individuo e l’altro, anche in funzione del tipo di disturbo che si deve trattare e in funzione della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che si vuole impiegare.
- Infuso per il fegato: metti un cucchiaio scarso di foglie essiccate in una tazza di acqua bollente e lascia in infusione 10 minuti, poi filtra e bevi a digiuno, un paio di volte al giorno.
- Tintura madre: assumi 40 gocce sciolte in un bicchiere d’acqua, 3 volte al giorno.
Puoi anche scegliere di portare in tavola l’erba medica sotto forma di germogli da aggiungere crudi alle insalate, oppure di acquistarla in forma di polvere liofilizzata; aggiungila allo yogurt della mattina o prepara così un frullato che ti donerà grande energia: una banana, kiwi, due cucchiaini di polvere di erba medica e latte di mandorle. Utilizzalo come sostituto del pasto e ti sentirai più forte, pelle e muscoli diventeranno più tonici e sodi e i capelli più lucidi e consistenti.
Avvertenze. Evitare l’uso di erba medica in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti e in pazienti affetti da gotta e/o da lupus eritematoso sistemico. Quando si usa un estratto a base di fibre, bisogna fare attenzione a non assumere contemporaneamente altri farmaci, per la possibile riduzione dell’assorbimento dei medicinali.