I gas intestinali sono composti per il 99% da azoto, ossigeno, anidride carbonica, idrogeno e metano. Il cattivo odore non è ad ogni modo attribuito a questi componenti maggioritari, ma alla piccolissima percentuale di anidride solforosa, acido solfidrico, indolo, acidi grassi volatili e scatolo.
Il contributo superiore è dato dell’aria ingerita durante la deglutizione. Per siffatta ragione le persone che bevono e mangiano frettolosamente, o parlano tanto durante i pasti, sono più soggette a problemi di flatulenza. Simile discorso per i fumatori e per chi ha l’abitudine di masticare frequentemente chewingum o tabacco; per concludere, un apporto sostanzioso alla formazione di gas intestinali è dato dall’aria contenuta negli alimenti; ne sono ad esempio ricchi i frullati e le bevande gassate, mentre alcuni antiacidi, come il bicarbonato di sodio, generano rilevanti quantità di anidride carbonica nello stomaco.

 

Il generarsi dei gas intestinali può essere relazionato anche dalla tipologia di batteri presenti nell’intestino crasso, dalla loro attività e dagli alimenti che assumi. Questi microrganismi fermentano residui di cibo non digerito o non assorbito, traendone energia e liberando gas; ne risulta che tanto più rilevante è la concentrazione di sostanze inassorbite a livello colico e tanto più numerosa è la formazione di gas intestinali. I cibi particolarmente soggetti a fermentazione sono quelli contenenti zuccheri e polioli, definiti FODMAP (acronimo di Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli), cioè quelli ad alta capacità fermentativa. Ne fanno parte cibi contenenti oligosaccaridi, come i legumi, alcune verdure (come carciofi , broccoli, aglio), frutti (come cachi e anguria), cereali (frumento e segale) alcuni elementi come fruttosio (contenuto in mela, pere, pesche, mango) e lattosio (in latte e formaggi morbidi e freschi), e infine i cosiddetti polioli, contenuti in frutta (come ciliegie, susine), verdura (come cavolfiori, funghi) e dolcificanti (mannitolo, sorbitolo e xilitolo). Nelle persone intolleranti al lattosio, ad esempio, l’incapacità di digerire suddetto zucchero causa la formazione di grandi quantità di gas intestinali ad opera della microflora locale. Allo stesso modo, la flatulenza collegata al consumo di legumi è connessa al loro contenuto in oligosaccaridi non digeribili, che nel grande intestino generano massicce fermentazioni da parte dei batteri.

 

Per combattere la flatulenza quindi, è necessario, per almeno 3 mesi, evitare la frutta dolce, le Crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, ravanelli, rucola e crescione) e consumare latte e formaggio a basso contenuto di lattosio; eliminare anche legumi, pane e pasta preparati con farina raffinata. Portare in tavola, invece, riso basmati, riso nero e riso rosso. Il riso infatti non contiene glutine ed è utile nei momenti di gonfiore intestinale, associato a un probabile sottostante stato infiammatorio. In più, i risi integrali hanno un basso indice glicemico e provocano un ridotto rilascio immediato di zuccheri rispetto al riso bianco. Ortaggi da assumere tutti i giorni per la loro capacità antifermentativa sono carote e finocchi, crudi o cotti. La natura inoltre ci offre rimedi erboristici carminativi, che aiutano a contrastare il meteorismo, il ristagno e i gas intestinali; per conoscere quindi le indicazioni su come assumerle e in quali quantità clicca qui!

 

Written by Paola Olivieri