Aesculus hippocastanum L. – Parte utilizzata : corteccia

Descrizione. L’Ippocastano è un grande albero originario dei Balcani, ed oggi è coltivato in tutta Europa ed adorna anche i parchi e le strade. E’ un albero appartenente alla famiglia Sapindaceae, è deciduo di seconda grandezza (mesofanerofita) alto 8-15 m. Ha un tronco robusto, eretto, molto ramificato con chioma densa, tondeggiante o piramidale. Possiede una corteccia bruna, che negli esemplari più vecchi è di colore grigio-nerastra, desquamante in piastre irregolarmente poliedriche; e dei rametti giovani coperti di lenticelle e di grosse cicatrici fogliari. Gemme grandi, affusolate e appuntite, con perule brune e vischiose. Le foglie sono larghe fino a 20-30 cm, opposte, picciolate, palmate, con 5-7 foglioline oblanceolate, con base attenuato-cuneata, con margine irregolarmente dentato e apice acuminato. Picciolo senza stipole, scanalato e allargato alla base. I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, profumati, disposti in ampie pannocchie (fino a 20 cm) coniche, terminali ed erette. Il calice è profondamente inciso in 5 lobi e la corolla ha 4-5 petali lobati e ondulati sul bordo, pubescenti, bianchi e spesso sfumati di rosa o giallo; gli stami sono 7, lungamente sporgenti. Il frutto è una grossa capsula loculicida di 4-6,8 cm, deiscente a tre valve, coriacea, verdastra, munita di aculei pungenti, contenente grossi semi bruno-lucenti, simili alle castagne, con un grande ilo grigio alla base.

 

Storia. Anticamente, nella medicina popolare, le foglie di ippocastano venivano impiegate come rimedio contro la tosse, le artriti e i reumatismi. Inoltre le foglie venivano adoperate anche in caso di disturbi come emorroidi, flebiti, vene varicose e dolori mestruali. I semi d’ippocastano, invece, venivano sfruttati per il trattamento di contusioni, distorsioni, mal di schiena, disturbi reumatici, edemi, prostatiti croniche e vene varicose. La sua efficacia terapeutica è stata segnalata da una tradizione secondo la quale tutte le persone che avrebbero portato dei frutti dell’Ippocastano in tasca, sarebbero rimaste immuni da problemi venosi (emorroidi e varici).

Proprietà. La pianta delle emorroidi. L’ippocastano così come viene utilizzato in ambito erboristico ha la capacità di ridurre la permeabilità dei capillari, ha un effetto antinfiammatorio, migliora il drenaggio linfatico e aumenta la pressione venosa. Le sostanze responsabili dell’attività dell’Ippocastano sono contenute nelle corteccia. Comprendono un eteroside cumarinico, l’esculoside, attivo sul tono delle vene grazie all’effetto della vitamina P. Quest’attività rinforza la resistenza dei capillari sanguigni, aumentando la loro permeabilità. I flavonoidi per la loro azione antinfiammatoria e vasocostrittrice, migliorano la circolazione sanguigna e alleviano i dolori delle crisi emorroidali. Gli effetti combinati di questi elementi sono particolarmente apprezzati per la cura dei sintomi legati all’insufficienza venosa cronica, con particolare riferimento a quanto accade a livello degli arti inferiori e all’insufficienza venosa periferica (quali  gonfiore, pesantezza, dolore e prurito), per le crisi emorroidali, anche in presenza di ecchimosi o di varici, segni di fragilità capillaresindromi postflebitichecellulite. Con l’ippocastano si possono alleviare edema, dolori, prurito e senso di tensione o di affaticamento delle gambe. L’ippocastano ha inoltre proprietà antinfiammatorie, antiedematose e antiessudative. Come rimedio naturale viene consigliato a chi soffre di vene varicose e inoltre aiuta a ridurre la distruzione della vitamina C. I rimedi a base di ippocastano aumentano la resistenza e l’elasticità dei capillari.

 

Impiego. Quando l’ippocastano viene assunto a scopo curativo è indispensabile ricorrere a forme farmaceutiche definite e standardizzate in principi attivi (in questo caso in escina), le uniche che consentono di sapere quante molecole attive si stanno somministrando al paziente. Preparazioni erboristiche tradizionali come infusi, succhi e decotti, non permettono di stabilire con esattezza la quantità di principi attivi somministrata al paziente, il che aumenta il rischio di insuccesso terapeutico. In commercio vengono venduti differenti preparati a base di ippocastano; la dose di prodotto da prendere, perciò, sarà diversa in base alla quantità di principio attivo contenuto nella preparazione che si vuole adoperare. Approssimativamente per la cura dei disturbi nominati in precedenza, si raccomanda l’assunzione di una quantità di estratto secco di ippocastano corrispondente a circa 40-120 mg di principio attivo al giorno (o altra dose contenente 50 mg di glicosidi triterpenici calcolati come escina), sotto forma di compresse a rilascio prolungato, due volte al giorno. In genere prima di osservare benefici terapeutici sono necessarie almeno quattro settimane di trattamento. In caso di utilizzo prolungato consultare il medico.

Avvertenze. Evitare l’uso di ippocastano in caso di ipersensibilità accertata verso uno o più componenti, nefropatie o insufficienza renale, in età pediatrica, gravidanza, allattamento ed in presenza di ulcere peptiche. Inoltre gli estratti di ippocastano sono controindicati in soggetti con disturbi gastrointestinali. Sono proprio i disordini dell’attività digerente (costipazione, diarrea, vomito e nausea) a rappresentare gli effetti indesiderati più comuni, anche se rari, dell’ippocastano assunto per via orale.

 

ASSOCIAZIONI 

EMORROIDI

Cipresso, Vite Rossa

Written by Paola Olivieri