L’emicrania è una patologia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, da moderate a gravi, spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo. La parola deriva dal greco ἡμικρανία (hemikranìa), “dolore su un lato della testa”, da ἡμι- (hemi-), “metà”, e κρανίον (kranìon), “teschio”. In genere il mal di testa è monolaterale (colpisce cioè solo una metà della testa) e a natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore. I sintomi associati possono includere nausea, vomito, fotofobia (aumento della sensibilità alla luce), fonofobia (aumento della sensibilità al suono) e il dolore generalmente si aggrava a seguito dell’attività fisica. Fino a un terzo delle persone con emicrania sperimentano l’aura: un disturbo transitorio visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio che precede di poco il verificarsi di un episodio di mal di testa. Di tanto in tanto un’aura può verificarsi senza che venga seguita dall’emicrania.
Come detto in precedenza, molti tra coloro che soffrono di emicrania accusano anche problemi di fotofobia, una sensibilità alla luce che peggiora il loro mal di testa costringendoli spesso a trovare conforto in una stanza buia.
Uno studio pilota su 29 pazienti con emicrania episodica o cronica, svolto presso University of Arizona Health Sciences Comprehensive Pain and Addiction Center e pubblicato sulla rivista Cephalalgia, ha analizzato gli effetti che diversi tipi di luce (blu, rossa, ambra e verde appunto) hanno su pazienti con un attacco di emicrania in corso, scoprendo così che quella verde “attiva” pochissimo i segnali elettrici della retina, mentre la blu è la luce che dà maggiore problemi a chi soffre spesso di
L’esposizione a questo tipo di raggi di luce verdi, infatti, riduce intensità durata e frequenza degli attacchi di emicrania, migliorando la qualità di vita dei pazienti. L’emicrania episodica è caratterizzata da un numero di attacchi mensili fino a un massimo di 14 e quella cronica dai 15 attacchi in su al mese. I pazienti coinvolti erano già reduci da parecchi fallimenti terapeutici e sono stati sottoposti prima a 1-2 ore al giorno di luce bianca per 10 settimane, poi dopo uno stop di 15 giorni, a 1-2 ore al di’ di luce verde sempre per 10 settimane. Per tutto il periodo i pazienti hanno compilato un diario di valutazione dell’emicrania. È emerso che l’esposizione a luce verde ha ridotto del 60% il dolore, da 8 a 3,2 su una scala del dolore da 0 a 10. In più , la maggioranza dei pazienti – 86% di quelli con emicrania episodica e il 63% dei pazienti cronici – ha riferito un dimezzamento almeno (- 50%) dei giorni con attacchi di emicrania per mese. Anche la qualità di vita dei pazienti è migliorata, sia sul fronte lavorativo e dell’attività fisica, sia nella qualità del sonno. “Nonostante i molti recenti avanzamenti, il trattamento dell’emicrania resta una sfida” – sottolinea uno degli autori, Amol Patwardhan. “L’uso di una terapia non farmacologica quale la luce verde può essere di profondo aiuto per quei pazienti che preferiscono non prendere farmaci o che non rispondono ad essi. La bellezza di questo approccio e’ che e’ risultato del tutto privo di effetti avversi, migliorando anche altri aspetti della qualità di vita come il sonno”.
A questo proposito c’è un team che sta studiando il modo di produrre lampadine di luce verde pura a basso costo e anche occhiali da sole low cost in grado di schermare tutti gli altri colori, tranne il verde.