Lo zafferano è una spezia che si ottiene dagli stigmi del fiore del Crocus sativus, conosciuto anche come zafferano vero, una pianta della famiglia delle Iridacee. Lo zafferano è una pianta ampiamente utilizzata in ambito culinario, alla quale sono attribuite interessanti proprietà, fra cui spiccano quelle digestive, infatti, lo zafferano assunto a piccole dosi è in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, favorendo, in questo modo, la digestione. E’ molto usato in gastronomia come colorante, ma presenta anche interessanti proprietà terapeutiche, esattamente, lo zafferano è conosciuto da tempo in medicina popolare come eupeptico, sedativo e antispastico; tuttavia, per la sua alta tossicità a dosi elevate, l’impiego è limitato alla cucina.

 

Lo zafferano può avere anche un importante ruolo in campo medico, in particolare nell’ambito della lotta ai tumori. Lo rivela uno studio eseguito dal dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, che ha identificato il meccanismo con cui un metabolita attivo presente nello zafferano, la crocetina, riesce a ridurre l’aggressività delle cellule tumorali attraverso l’azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi (Ldh).
I risultati della ricerca sono stati presentati al “First Congress on Edible, Medicinal and Aromatic Plants (Icemap 2017)” svoltosi a Pisa dal 28 al 30 giugno. Il lavoro è stato inoltre pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry della American Chemical Society.

 

La crocetina non è purtroppo disponibile, né facilmente isolabile da fonti naturali quindi è stata messa appunto una metodologia sintetica per la sua preparazione: la crocetina artificiale, del tutto identica per struttura a quella naturale, ha dimostrato una notevole abilità di inibire l’Ldh.

Grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca della University of Illinois at Urbana-Champaign e con quello dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato inoltre possibile verificare come la crocetina sia in grado di ridurre la produzione di lattato in cellule tumorali e la loro proliferazione. E’ stato dimostrato che la componente dello zafferano maggiormente responsabile di questo effetto sembra essere proprio la crocetina.

 

Infatti l’analisi di modellazione molecolare ha evidenziato le caratteristiche strutturali che permettono alla crocetina di interagire in modo efficace con il sito attivo dell’enzima-bersaglio. Chiaramente né lo zafferano, né la crocetina potranno mai sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l’uso clinico, comunque possono sicuramente costituire un utile ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l’efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore.

Written by Paola Olivieri