La stitichezza o stipsi è un malfunzionamento dell’intestino generato da differenti cause, certe tuttora sconosciute, rappresentate da difficoltà ad evacuare le feci, defecazione insufficiente, defecazione infrequente o irregolare, o sensazione di incompleto svuotamento rettale. Si conta che il 10% circa della popolazione dei paesi industrializzati soffra cronicamente di tale disturbo. Essa e’ l’arresto momentaneo delle feci nell’intestino crasso, generalmente detta anche stipsi.
Trattamento della stitichezza
Le armi per sconfiggere la stitichezza in modo naturale sono alimentazione, attività fisica, cambiamento delle abitudini e terapie fitoterapiche.
L’alimentazione è sicuramente il primo fattore da variare per combattere la stitichezza. La dieta deve essere ricca di fibre, specialmente di frutta e verdura. Le fibre sono resti di alimenti indigeribili che vengono respinti donando compattezza, morbidezza e volume alle feci; tutto ciò ad una condizione: che siano associati da rilevanti quantità di liquidi. Questi, in sinergia con le fibre, compiono precisamente un’azione rigonfiante e gelificante sulla massa fecale, stimolando peristalsi ed evacuazione.
Rimpiazzare a volte la pasta e il pane raffinati con cereali integrali (frumento e farro in chicchi, pane integrale o pane fatto con farina di farro o kamut).
Mangiare durante i pasti senza fretta e specialmente a intervalli regolari, evitare di saltare la colazione ma trovare del tempo per fare una colazione abbondante e consumata in tranquillità.
Gli alimenti ricchi di fermenti lattici, come lo yogurt, possono aiutare, se assunti quotidianamente, a ristabilire la flora batterica intestinale.
L’attività fisica è un elemento indispensabile. Allenare i muscoli addominali e quelli del pavimento pelvico aiuta la contrazione di questi muscoli che è fondamentale per l’evacuazione del retto durante la defecazione. Molte volte la loro debolezza porta alla stitichezza; simile limitazione si verifica più comunemente dopo la gravidanza ed il parto, negli obesi, nelle donne in menopausa e negli soggetti con tosse cronica (ad esempio tosse del fumatore o bronchite cronica e asma).
Eseguire qualche serie al mattino, appena svegli, o anche durante il giorno, diversificando la durata delle contrazioni e il numero di serie e ripetizioni, dei classici esercizi di tonificazione degli addominali realizzabili in palestra, questi possono essere d’aiuto per produrre un naturale stimolo ad evacuare.
Aumentare l’apporto di liquidi con la dieta. Le feci normalmente sono formate da acqua per il 75%; quindi tanto più alto è il tempo di permanenza nel colon, tanto maggiore è il riassorbimento di acqua; di conseguenza le feci diventano aride e più faticose da evacuare (stitichezza). Ampliare progressivamente l’apporto di liquidi in rapporto al clima e al grado di attività fisica, lavorativa, domestica e ricreativa. Per contrastare la stitichezza, è fondamentale portarsi sempre dietro, ovunque si vada, una bottiglietta d’acqua, in modo da appagare subito la necessità di bere.
Altra raccomandazione molto importante è prevenire la comparsa di emorroidi e ragadi anali, perché in suddette condizioni la defecazione può scaturire dolore. Il dolore di conseguenza finisce per scombussolare gli usuali riflessi che, a livello dell’ultimo tratto di intestino, facilitano l’espulsione delle feci. Si ha di conseguenza un peggioramento della stitichezza ed una ritardata guarigione da tali fastidi.
Si raccomanda per tanto di aumentare l’apporto di liquidi e fibre solubili, di servirsi di lassativi di massa, come i semi di lino e di psillo, la gomma di guar, l’agar, la pectina e la crusca; utili anche l’inulina, il glucomannano e le droghe mucillaginose. Anche un’attenta igiene anale, con lavaggi di acqua tiepida e sapone acido, è molto fondamentale, dal momento che velocizza la guarigione e rimuove il rischio di infezione. Da evitare sono al contrario i lavaggi con acqua gelida, dato che il successivo spasmo della muscolatura anale potrebbe determinare lo strozzamento dei noduli emorroidali. Rivolgersi al medico se la sintomatologia dolorosa è alquanto intensa ed invalidante.
Rimedi fitoterapici per la stitichezza
Le piante utili per contrastare la stitichezza operano incitando la peristalsi, cioè la contrazione muscolare che compie l’intestino per eliminare le feci (lassativi antrachinonici); o idratando la massa fecale, lubrificando le pareti per facilitare l’evacuazione (lassativi meccanici). Entrambe le specie di piante sono adoperabili sotto forma di compresse, capsule, sciroppi, estratti fluidi, infusi e macerati.
I lassativi stimolanti, cioè formati da piante che racchiudono antrachinoni, sono da utilizzare occasionalmente, per risolvere casi acuti di stitichezza, per la preparazione ad interventi chirurgici o ad accertamenti diagnostici (colonscopia), dato che sono molto irritanti per la mucosa intestinale, e sono: la Senna; il Rabarbaro; l’Aloe (succo) e la Fragola (di quest’ultima viene utilizzata la corteccia, che a differenza degli altri lassativi antrachinonici ha la capacità di ridare il tono alle fibre muscolari dell’intestino, stimolando la peristalsi in modo dolce, infatti non è irritante, né crea assuefazione, quindi anche l’uso prolungato risulta essere meno dannoso di altri lassativi naturali).
Siffatte piante, insieme al carciofo, tarassaco, finocchio e carvi, fanno parte degli integratori naturali contro la stitichezza.
Mentre i lassativi meccanici, cioè formati da piante contenenti mucillagini, possiedono principi attivi in grado di accrescere il proprio volume stando a contatto con l’acqua, producendo un gel, capace di ampliare la quantità della massa fecale, ammorbidendone il contenuto, e sono: la Malva (il trattamento con le foglie di malva risulta non irritante e non violento, per cui è indicato in gravidanza, per curare la stitichezza nei bambini e per gli anziani); la Liquirizia; la Psillio e i semi di Lino. L’ulteriore effetto lubrificante di tali piante li rende adatte in caso di emorroidi, ragadi anali e colite.
Altro efficace aiuto lo si può riscontrare tra i gemmoderivati, come il Mirtillo rosso, è considerato l’antinfiammatorio per eccellenza dell’intestino, perché possiede un’azione regolatrice che corregge gli squilibri della mobilità e ristabilisce l’attività enzimatica intestinale. La sua assunzione rimuove la flatulenza, dovuta alla fermentazione delle feci, sfiamma le pareti e normalizza il funzionamento dell’intestino, soprattutto del colon.