Il resveratrolo, il potente antiossidante contenuto nei vini rossi, ha proprietà che rallentano l’invecchiamento e difendono dai radicali liberi e dal colesterolo.

UNA MOLECOLA PREZIOSA

Il resveratrolo è un fenolo non flavonoide, una delle fitoalessíne prodotte naturalmente da parecchie piante, ad esempio presente netta buccia dell’acino d’uva, in difesa da agenti patogeni quali batteri o funghi. Ad esso é attribuita una possibile azione antitumorale, antinfiammatoria e di fluidificazione del sangue, che può limitare l’Insorgenza di placche trombotiche.

Resveratrolo

Chi l’ha detto che il vino rosso fa male? Naturalmente senza esagerare e di buona qualità. Si sapeva già da tempo che fosse una bevanda eccellente, ma molte delle sue incredibili proprietà sono state studiate solo negli ultimi anni.

Ritenuto uno degli antiossidanti per eccellenza, il resveratrolo è una sostanza contenuta in particolare nella buccia degli acini d’uva. Il vino fa bene, ma non bisogna dimenticare che questa bevanda — per quanto naturale — contiene alcol (o etanolo) che, invece, non fa bene. La soluzione ottimale diviene un consumo moderato di vino rosso (due bicchieri al giorno), ma anche quella di mangiare l’uva tal quale quando è stagione o in forma di succo. Questo antiossidante, ritenuto una vera e propria fonte di giovinezza, è attivo nel ridurre il colesterolo LDL, o cattivo, prevenire le malattie cardiache e cardio-vascolari, e anche il cancro. Altri benefici, oltre all’effetto antinvecchiamento sarebbero un’azione benefica contro l’infiammazione organica e nel controllo del metabolismo.

BENEFICI Ma come fa il resveratrolo ad essere così benefico, come una sorta di tuttofare? A dare finalmente una risposta sarebbero stati í ricercatori dell’Università della Florida ‘The Scripps Research Institute (TSRI), che hanno identificato una delle vie molecolari che il resveratrolo utilizza per produrre la sua azione benefica. Il dott. Kendall Nettles e colleghi hanno scoperto che il resveratrolo controlla la risposta infiammatoria del corpo creando un legame con il recettore degli estrogeni, senza stimolare la proliferazione cellulare estrogenica. Questa caratteristica ne fa un buon candidato per il suo possibile uso come modello per la progettazione di nuovi farmaci. Lo studio mostra che sfruttando questo meccanismo molecolare è possibile intervenire in modo più efficiente nel controllo dei fattori a rischio per l’invecchiamento precoce, l’ossidazione del corpo e l’infiammazione, nonché tutte le malattie correlate. Il contenuto in resveratrolo nel vino dipende moltissimo anche dalle tecniche di coltura e lavorazione dell’uva. Il resveratrolo é ovviamente più abbondante nell’uva non trattata con funghicidi e pesticidi. II contenuto di resveratrolo è tanto superiore quanto più a lungo viene fatto fermentare con le bucce.

ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO IL CONTENUTO DI RESVERATROLO NEL VINO

Colore: netta produzione del vino bianco la fermentazione avviene senza il contatto del mesto con le bucce (fermentazione in bianco). Dal momento che il resveratrolo presente nella buccia dell’uva e non nella polpa, è logico aspettarsi che il contenuto della sostanza sia inferiore rispetto ai vini rossi, generalmente prodotti con fermentazione sulle bucce.

Il contenuto di Resveratrolo è inferiore nei vini bianchi rispetto ai vini rossi.

Origine geografica: i vini prodotti ad elevate attitudini sembrano avere un contenuto in resveratrolo superiore (questa sostanza protegge la pianta dai raggi UV). La latitudine non sembra invece influenzare significativamente la concentrazione detta sostanza.

Annata: condizioni climatiche che favoriscono un leggero attacco fungino aumentano la sintesi di resveratrolo nella pianta (questa sostanza ha azione antifunginea).

Concimazione: la concentrazione di resveratrolo nell’uva aumenta al diminuire della concimazione azotata.

PARADOSSO FRANCESE

Quando si parla di resveratrolo, non si può evitare un minimo accenno alla vicenda del paradosso francese.

Sul finire degli anni ’80, due scienziati (Renaud e De Lorgeril) studiarono la correlazione esistente tra mortalità dovuta a malattia coronarica e assunzione di grassi animali nella dieta. I campioni di popolazione studiati fornirono un risultato chiaro, ormai noto ai più: tanto maggiore era il consumo medio giornaliero di grassi animali e tanto più elevata era la mortalità. Tra tutti i Paesi esaminati solo il campione Francese (raccolto tra le città di Lille, Strasburgo e Tolosa) fornì risultati contrari a tale conclusione. Nonostante l’elevato consumo di grassi animali, i francesi facevano infatti registrare il più basso tasso di mortalità per malattia coronarica. Dall’osservazione statistica del maggior consumo di vino in terra francese, scaturì l’ipotesi che tale bevanda potesse controbilanciare gli effetti dell’elevata ingestione di grassi animali. Il secondo passo fu quello di ipotizzare che alla base del paradosso francese non ci fosse l’alcol ma altre sostanze presenti nel vino e non ancora indagate. Lo studio della bevanda portò alla scoperta del resveratrolo.

Written by Paola Olivieri