L’agricoltura biodinamica non può essere equiparata a quella biologica. Così si è espressa la Camera lo scorso 9 febbraio approvando gli emendamenti alla proposta di legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico“, con 421 voti a favore e nessun contrario. L’approvazione degli emendamenti proposti da Riccardo Magi di +Europa escludono l’equiparazione tra biologico e biodinamico dal testo che ora torna al Senato per una nuova lettura..
Il dibattito
L’equiparazione tra biologico e biodinamico inclusa nel disegno di legge (il testo era stato trasmesso dal Senato, per una seconda lettura alla Camera, il 24 maggio 2021) aveva sollevato, già nei mesi scorsi, le critiche di esponenti della comunità scientifica. A partire della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo che, in uno degli emendamenti presentati in Senato, ha definito l’agricoltura biodinamica “una pratica priva di riferimenti scientifici fondata su principi esoterici e stregoneschi”. Posizione contraria al biodinamico anche quella del Nobel per la Fisica Giorgio Parisi che, nella sua lectio magistralis per l’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza, lo scorso 22 novembre, aveva parlato dell’agricoltura biodinamica come di “una pratica francamente stregonesca dove piccole quantità di letame vengono fatte maturare dentro le corna di vacche che hanno avuto almeno un figlio (l’indispensabile cornoletame)”.
Biologico e biodinamico: qual è la differenza?
L’agricoltura biologica è un sistema di produzione che rispetta l’ambiente, la biodiversità e gli equilibri naturali. Il biologico rispetta la fertilità del suolo e il benessere degli animali. Le tecniche messe in campo dall’agricoltura biologica escludono l’uso di concimi e fitofarmaci (i pesticidi e, in generale, le sostanze utilizzate nella cura e nella prevenzione delle malattie delle piante) chimici, medicinali veterinari chimici di sintesi e organismi geneticamente modificati (Ogm).
L’agricoltura biodinamica, verso la quale la comunità scientifica ha sollevato accuse di a-scientificità, si basa – sempre nel rispetto dell’equilibrio della natura e nell’abolizione dell’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti minerali sintetici – su preparati per il terreno, tra cui il famoso cornoletame: un preparato di letame di vacca inserito in un corno di mucca che abbia partorito almeno una volta. Il metodo biodinamico si fonda sul pensiero di Rudolf Steiner, morto nel 1925, fondatore dell’antroposofia, dottrina che si basa su esperienze pratiche di ordine psichico e spirituale. Secondo le indicazioni del metodo biodinamico, gli agricoltori scelgono il momento per seminare e raccogliere in base alle forze cosmiche attive in quel momento.
Cosa e come mangiare: scegliere consapevolmente
Il dibattito sul biologico e sul biodinamico ci porta a ragionare su un aspetto importante della nostra vita: il cibo. Mangiamo almeno tre volte al giorno, ma sappiamo davvero di cosa ci nutriamo? Il cibo che portiamo in tavola è davvero ‘buono’? Francesca Guidetti, medico nutrizionista, ci aiuta a fissare le regole fondamentali del mangiare bene, partendo da una riflessione sul biologico versus non biologico. “I pesticidi chimici possono avere ripercussioni importanti sulla nostra salute”, spiega Guidetti. “Le piante ne assorbono la componente che va ad accumularsi nel nostro fegato, che è l’organo deputato a depurare tutto ciò che mangiamo e che immagazzina al suo interno buona parte dei pesticidi che incontriamo negli alimenti che consumiamo, con la conseguente possibile insorgenza di varie patologie. Consumando cibo biologico, questo non accade. Il problema, però, molte volte, è capire cosa sia davvero biologico”.
La regola del km zero
Cosa possiamo fare per assicurarci di mangiare prodotti sicuri? “Possiamo seguire una semplice regola: andare vicino a casa e comprare da piccole realtà dove si coltivano frutta, verdura, legumi in terreni certificati biologici, dove le galline sono allevate all’aperto”, prosegue Guidetti. E se abito in grandi città dove non è così semplice trovare un campo e un contadino dietro l’angolo? “Ci sono servizi, nelle grandi città, per la consegna di prodotti biologici dei contadini della zona. Nella consegna viene mantenuta la catena del freddo, quindi il prodotto arriva in perfette condizioni nelle case di chi acquista”.
La regola della stagionalità
E se a febbraio volessi mangiare le fragole? Si può? “Decisamente meglio di no”, spiega Guidetti. “Il rispetto della stagionalità è fondamentale e molto positivo per l’organismo. Al supermercato trovo frutta e verdura, anche biologica, tutto l’anno. Fisiologicamente però la frutta e la verdura non crescono all’aperto tutto l’anno: quella non di stagione necessita di essere coltivata in serra. I prodotti in serra, anche se biologici, non possono arricchirsi, come all’aperto, di tutte le sostanze, come vitamine e sali minerali che, nel momento giusto della stagione, sono nel pieno della loro produzione. È giusto rispettare la stagionalità per il nostro organismo, per permettergli di assumere prodotti ricchi di sostanze buone per il nostro corpo”.
La regola del “brutto è buono”
Quali sono i ‘veri’ frutti? “Ormai la frutta viene selezionata per il contenuto di zuccheri – spiega Guidetti – più è colorata, più è selezionata. Ma non è ricca di ciò che in realtà ci serve. La mela vera è la mela piccola, brutta, verdina e un po’ acida quando la mangio. La mela vera ha un contenuto di zuccheri molto più basso delle mele che troviamo solitamente in commercio, con quantitativi di vitamine e sali minerali adeguati. Stesso discorso vale, ad esempio, per i mirtilli. I veri mirtilli sono quelli piccoli, che crescono all’aperto, che ricevono la luce naturale del sole e che sono ricchi di antiossidanti”.
La carne
“Anche sulla carne – aggiunge Guidetti – il consiglio è andare a selezionare realtà dove gli animali vengono allevati al pascolo, nutrendosi solo di erba o fieno. Al supermercato troviamo carne ricca di antibiotici. Questa è da evitare. Bisognerebbe mangiare meno carne, ma mangiarla buona e da allevamenti che rispettano l’animale e i tempi della natura”. E sul biodinamico? “È sicuramente un campo in cui c’è ancora molto da scoprire e che va approfondito per capire se sia sostenibile. Quello che è certo è che servono regole, nel rispetto della natura e nel nostro rispetto”. (di Elena Roda per UpDay)