Le piante lasciano cadere le foglie, ma ora anche il nostro apparato respiratorio perde la sua vernice immunitaria che va ripristinata.
Ogni anno la stagione fredda diventa per molti sinonimo di bronchiti, acute con o senza febbre. In alcuni di noi, poi, che vivono particolari e prolungate forme di stress, possono verificarsi anche polmoniti e broncopolmoniti. Sembra quasi che il nostro albero respiratorio sia super-esposto ad ogni tipo di malanno e di infezione. Come mai? Non c’è dubbio che il cambiamento veloce del clima nel senso del freddo e dell’umido dia il suo contributo, ma il motivo centrale sembra essere un altro: chi si ammala, quasi sempre, non sta per nulla vivendo lo “spirito dell’autunno”, non è per nulla sintonizzato sulle richieste della natura di ottobre. È un mese che ci chiede di lasciar andare, di spogliarci di ciò che ha fatto il suo ciclo, di rallentare e di ritirarsi un po’ dalla pienezza delle attività. Invece noi, sia perché viene richiesto dal lavoro e dalla scuola, sia per abitudine ormai acquisita, facciamo l’esatto contrario, vivendo forse il periodo di maggiore intensità dell’anno, sia come attività professionale, sia come impegno familiare e sociale.
Lo spirito dell’autunno. Una valida metafora per riassumere la situazione potrebbe essere questa: ad ottobre i polmoni dovrebbero lavorare di meno, proprio per permettere la propria purificazione, riposo e rigenerazione, ed invece si trovano collocati in una persona che sta correndo più che mai, e che quindi ha bisogno di fiato e di ossigeno. E questo il nostro sistema immunitario lo sente e ne soffre. Non è quindi solo questione di freddo e di stress, ma di uno stress specifico: quello della perdita di parte di noi stessi. È un tema ben espresso da una patologia tra le meno considerate ma più serie e dolorose: la pleurite. Una patologia a cui si giunge, di solito, dopo mesi e mesi vissuti “senza respiro”, sommersi di carichi che di fatto restringono il nostro respiro esistenziale fino a quando il sintomo, obbligandoci a fermaci, ci permette di ritrovare spazio per noi stessi.
E come rimedio tuttofare… Non è un caso se la natura in questa stagione ci mette a disposizione i broccoli e le nuove mele verdi: per la loro conformazione i broccoli ricordano la struttura dei polmoni e sono una ricca fonte di sulforafano e zolfo, le sostanze che rinforzano le vie aeree; le mele verdi, dal canto loro, apportano pectine e antiossidanti, che puliscono e rigenerano tutto l’albero respiratorio. Per tutto il mese di ottobre bevi una volta al giorno a digiuno un succo ottenuto spremendo o centrifugando una mela verde bio e un grosso broccolo.
Pulmonaria e olio di copaiba, e respiri subito meglio! Queste sono le piante che ci vengono in soccorso per evitare che le affezioni respiratorie autunnali diventino più aggressive del previsto: puoi utilizzarle sia come prevenzione che come terapia, qualora i sintomi siano già presenti.
LA POLMONARIA COMBATTE IL CATARRO E LIBERA LE VIE AEREE, BLOCCA L’INFEZIONE E DISINFIAMMA. Dopo aver preso un colpo di freddo o se a fine giornata inizi a tossire e avverti un senso di lieve oppressione al petto, prendi subito l’estratto di pulmonaria: fortifica le difese respiratorie e non ti fa ammalare! Ricca di saponine e mucillagini, l’antica “salvia di gerusalemme” è un eccezionale antibatterico. Per proteggere polmoni e bronchi ed evitare che gli sbalzi di clima e i primi freddi li indeboliscano, affidati alla pulmonaria ( Pulmonaria officinalis), una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Boraginaceae. Ti aiuta a evitare tossi e catarro e a potenziare le difese dell’apparato respiratorio. Chiamata anche “salvia di Gerusalemme” o borrana selvatica, perché i suoi fiori sono simili a quelli della salvia e le sue foglie si confondono con quelle della borragine, la pulmonaria è oggi riconosciuta dalla scienza come uno dei più efficaci rimedi curativi per i disturbi respiratori. Non a caso la nostra tradizione popolare ne raccomandava gli infusi per contrastare le affezioni broncopolmonari e per secoli la pianta è stata usata perfino contro la tubercolosi! In effetti, già la rinascimentale Teoria delle Segnature, guidata dal principio che “il simile cura il simile”, ne riconosceva l’efficacia terapeutica sui problemi delle vie aeree per via della somiglianza delle foglie ai tubercoli polmonari.
Alza uno scudo contro smog e polveri sottili La pulmonaria vive solo in luoghi incontaminati, perché è molto sensibile alle tossine presenti nell’aria e nel terreno, che la fanno rapidamente deperire; per questo viene considerata una pianta naturalmente “pulita”, in grado a sua volta di aiutarci a liberare bronchi e polmoni da muco e impurità e proteggerli dall’inquinamento. Ecco perché una cura, anche breve, con la pulmonaria ci aiuta a rigenerare le difese fisiologicamente presenti sui tessuti dei bronchi e dei polmoni.
COME ASSUMERLA: Le corolle della pulmonaria, insieme alle foglie, sono la parte della pianta che racchiude più principi attivi. Si tratta di saponine e di mucillagini dalle proprietà antinfiammatorie ed espettoranti. Puoi acquistarla in erboristeria, dove è disponibile in tintura (per trattare i disturbi già presenti) e in taglio tisana (da assumere a scopo preventivo).
- sotto forma di tintura: bevine 30-40 gocce sciolte in un bicchiere d’acqua 2 volte al giorno fino a totale scomparsa dei sintomi.
- in taglio tisana: fai sobbollire 10 g di pianta secca in 250 ml d’acqua bollente e prendine una tazza alla sera, per tutto ottobre.
LA COPAIBA RINFORZA LE MUCOSE RESPIRATORIE E RIDUCE BRUCIORE E SECREZIONI. Da adesso fino a primavera, abituati a diffondere negli ambienti in cui vivi l’essenza di copaiba: protegge bronchi e polmoni dai contagi, elimina il catarro e il “pizzico” in gola. E se respiri male, massaggialo sul petto. Il suo olio dalla fragranza legnosa riduce il rischio di contagio e contrasta tosse secca e costipazione. Per completare la cura di sostegno per l’apparato respiratorio, e in particolare per i polmoni, durante i mesi freddi abituati a diffondere nell’aria l’olio essenziale di copaiba: ricco di principi attivi dalle spiccate virtù antisettiche e cicatrizzanti, quali diterpeni carbossilici, bisabolene, bisabololo e copaene, crea sulle mucose respiratorie un “film” protettivo che le rende meno sensibili all’aggressione di virus e batteri di cui in autunno e in inverno pullulano i mezzi di trasporto affollati, gli ambienti di lavoro e i locali pubblici. Ai primi segni di infiammazione broncopolmonare – come la tossetta secca e il senso di oppressione al petto che compaiono se si esce all’aperto o quando si va a letto – l’olio di copaiba è un ottimo rimedio di pronto soccorso.
Ha un’azione decongestionante Distillato dalla resina che trasuda dalla corteccia della Copaifera officinalis, un albero maestoso che cresce nella foresta pluviale brasiliana e peruviana, l’olio essenziale di copaiba, dal piacevole aroma legnoso, associa alle proprietà immunostimolanti e antisettiche la presenza di acido oleico ed acido linoleico che leniscono e rigenerano le mucose infiammate del sistema respiratorio, prevenendo il rischio di infezioni broncopolmonari.
COME UTILIZZARLA: Soprattutto nelle giornate più umide, diffondi in casa e in ufficio l’aroma riequilibrante dell’olio di copaiba versandone qualche goccia in un diffusore d’essenze: oltre a disinfettare l’aria, combatte stress e stanchezza psicofisica, regalandoti una profonda sensazione di benessere.
- Per il massaggio Per sfiammare le mucose respiratorie, versa 6 gocce di olio di copaiba in 2 cucchiai di olio di mandorle dolci e massaggia la miscela sul petto e sulla parte alta della schiena fino al completo assorbimento dell’olio. Puoi anche metterne 2 gocce sotto il naso in caso di raffreddore.