La luteina è una sostanza di origine naturale, nota per le sue proprietà antiossidanti e protettive sulla vista. Dal punto di vista chimico, la luteina appartiene al gruppo delle xantofille, pigmenti naturali liposolubili contenuti in molti alimenti, di origine sia animale (ne è ricco il tuorlo d’uovo), sia soprattutto vegetale (spinaci, mais, cavoletti di Bruxelles).
Classicamente, in virtù del suo ruolo biologico, l’impiego di luteina è giustificato soprattutto in ambito oftalmologico, come agente protettivo nei confronti di patologie ossidative dell’occhio, quali la cataratta e la degenerazione maculare senile.
Negli ultimi anni, tuttavia, le proprietà antiossidanti della luteina ne hanno esteso l’impiego anche in ambito antiaging, dove sembrerebbe rallentare i processi ossidativi, responsabili dell’invecchiamento strutturale e funzionale di numerosi organi e tessuti. La luteina però, è una sostanza nutritiva che, similmente agli altri animali, l’uomo non è in grado di sintetizzare, per cui deve essere acquisita attraverso la dieta, principalmente da verdure a foglia verde (come spinaci e cavoli), avocado e uova; quest’ultimi non solo aiutano a restare fisicamente in forma, ma hanno anche benefici cognitivi.
A concentrarsi sul ruolo della luteina è uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience. Precedenti studi hanno esaminato il ruolo di questo nutriente su adulti più anziani. I ricercatori dell’Università di Illinois, invece, in questo caso, hanno scelto di concentrarsi su adulti di mezza età, visto che il lento declino delle capacità cognitive legato all’invecchiamento può iniziare anche intorno ai trenta anni.
I ricercatori hanno reclutato 60 adulti tra 25 e 45 anni e misurato la luteina negli occhi, perché questa sostanza si accumula nei tessuti del cervello, ma anche nell’occhio, cosa che consente di misurarne i livelli senza usare tecniche invasive. Quindi, utilizzando elettrodi sul cuoio capelluto, hanno misurato l’attività neurale nel cervello mentre i partecipanti eseguivano un compito che richiedeva attenzione. Hanno così visto che la risposta neuro-elettrica dei partecipanti più anziani con livelli superiori di luteina era più simile a quella dei più giovani rispetto ai loro coetanei con meno luteina. Inoltre la luteina sembra avere un ruolo protettivo: chi ne aveva di più, era in grado di impegnare più risorse cognitive per completare l’attività.