Valeriana officinalis L. – Parte utilizzata: parte ipogea, radice e rizoma.
Descrizione. La Valeriana comune, appartenente alla famiglia delle Valerianacee, è una pianta dal portamento maestoso e dalla foglia elegante, cresce nei posti umidi di tutta l’Europa temperata e negli Stati Uniti. E’ una specie erbacea perenne con fusto eretto e cavo, possiede un tronco verticale bruno rossiccio dalle radici spesse. Lo stelo è alto e cilindrico. Le foglie sono scure, pennatosette, ovato-oblunghe, opposte, e sono profondamente divise in foglioline appuntite e cesellate; le basali sono picciolate e riunite in una rosetta, quelle apicali sono invece prive di picciolo. I fiori visibili da maggio ad agosto sono piccoli e di colore bianco rosato, raccolti a formare di corimbi e portati all’apice del fusto; hanno calice piccolo con denti che prendono la forma di lunghe setole piumose. La Valeriana fiorisce al secondo anno, in primavera inoltrata. Il frutto è un achenio ovoide e striato coronato da un pappo biancastro. presenta un rizomi di colore grigiatro-bruno, corti e carnosi, da cui dipartono radici fascicolate, sottili, finemente ramificate. Inoltre la sua radice, essicata, esala un odore caratteristico, spiacevole per il nostro olfatto ma che attira i gatti che vi si vanno a sfregare sopra con vera frenesia… da qui il suo nome “erba dei gatti”!
Storia. Il nome Valerina deriva dal latino valere, cioè stare in buona saluta per le virtù medicinali che le erano attribuite. L’uso della valeriana però era già comune prima della nascita di Cristo e i primi scritti sulle proprietà della pianta sono del medico botanico greco Dioscoride, che prescriveva gli estratti di Valeriana per favorire la diuresi e come analgesico e antidoto contro i veleni. Ippocrate raccomandava la Valeriana per trattare l’insonnia. Più tardi, i Romani la impiegarono per lottare contro le palpitazioni cardiache. Galeno di Pergamo, medico romano del secondo secolo dopo Cristo, la consigliava anche come decongestionante e Plinio il Vecchio, medico e scienziato romano, la considerava un ottimo antidolorifico. Nel 1500 venne impiegata per la prima volta contro l’epilessia, il medico senese Fabio Colonna, tormentato da continui attacchi, sperimentò su se stesso gli estratti della pianta, e i risultati per il tempo furono impressionanti. Contemporaneo al Colonna, il medico francese Riverio, Monpellier Lazàre Rivière, postulò gli effetti curativi della pianta su pazienti affetti da epilessia e disturbi nervosi poiché diminuiva la sensibilità nervosa. In Europa, nel Medio Evo, ha preso il soprannome di “guarisci-tutto”. Tra il 1800 e i primi anni del 1900, medici e botanici, cominciarono a inquadrare e studiare con metodo scientifico moderno, i reali poteri della Valeriana, prescrivendola per l’isteria e la nevrosi.
Intorno al 1800 fu il medico tedesco Christoph Wilhelm Hufeland a scoprire le interessanti proprietà sedative, tranquillanti e neurotoniche dell’estratto di Valeriana, aprendo di fatto la strada ad interessanti e funzionali applicazioni sulla sfera psicologica della persona.
E’ stata utilizzata anche durante la Prima Guerra Mondiale per curare i reduci affetti da stress post traumatico dovuto ai combattimenti ed ai bombardamenti, ottenendo buoni risultati.
Proprietà. La valeriana, grazie al contenuto di valepotriati, gode di buone proprietà calmanti, agendo come sedativo sul cervello e sul sistema nervoso; inoltre, migliora la qualità del sonno. Dalla radice di questa pianta si ricava un olio essenziale che contiene l’acido valerenico e altri principi attivi. L’azione congiunta di questi composti produce effetti sedativi e rilassanti. Permette di ridurre il nervosismo e l’agitazione legati allo stress, migliorando l’umore e la concentrazione. La valeriana viene utilizzata comunemente come sedativo nei disagi e nei disturbi del sonno, ma anche negli stati di agitazione. A tale scopo, viene spesso combinata con il luppolo, il balsamo di limone o altre erbe che favoriscono la sonnolenza. La Valeriana favorisce il sonno e la qualità del sonno con una grande efficacia simile a quella dei prodotti di sintesi, senza però “intontire” coloro che l’utilizzano, né provocare assuefazione. E’ considerata un rimedio fitoterapico alternativo o un metodo di riduzione/eliminazione dalla terapia farmacologica (sonniferi). Diversi studi suggeriscono la presenza nella Valeriana di sostanze anticonvulsive, il che potrebbe spiegarne l’uso tradizionale nella cura dell’epilessia: in abbinamento al trattamento classico, migliora la quotidianità degli epilettici contribuendo a prevenire le crisi. Questa pianta è anche utilizzata con successo nelle cure per la disassuefazione dal tabacco, calma l’ansia e il nervosismo che accompagnano la disassuefazione, è tra i numerosi programmi fitoterapici per smettere di fumare. Un’ulteriore applicazione medica della valeriana è nelle condizioni psicosomatiche legate all’ansia e allo stress psicologico, come: asma nervosa, isteria, eccitabilità, ipocondria, mal di testa ed emicrania, acidità di stomaco e gastrite, diarrea emotiva e colite nervosa. Alcuni inoltre utilizzano la valeriana per ridurre: sintomi depressivi, tremori lievi, epilessia, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), sindrome da stanchezza cronica (CFS), dolori muscolari e articolari, crampi mestruali e sintomi associati alla menopausa (vampate, irritabilità ecc). La Valeriana può essere utilizzata anche come antispasmodico, in particolare quando si verificano disturbi o dolori all’apparato genito urinario, digestivo o al sistema nervoso dovuti sempre al verificarsi di situazioni di stress e tensione nervosa. Inoltre, può essere utilizzata la tintura madre di Valeriana per favorire la digestione quando è bloccata da problemi di tipo ansioso e nervosismo.
Impiego. La valeriana esiste sotto forma di gocce e compresse oppure si può acquistare secca in erboristeria da sola o in associazione ad altre piante per favorire il relax attraverso l’assunzione di tisane.
Infuso alla valeriana: 1 cucchiaino raso di radice di valeriana e 1 tazza di acqua bollente da 150-200 ml, meglio comunque prediligere un mix di piante per mitigare un po’ il sapore di questa radice che non è proprio gradevolissimo. Date le proprietà sedative è utile bere l’infuso una mezz’ora prima di andare a dormire.
Tintura madre: il dosaggio generalmente consigliato è di 15-30 gocce diluite in acqua da assumere in caso di insonnia sempre circa 30 minuti prima di coricarsi.
Se invece scegliete di assumere valeriana in dosi più concentrate, ad esempio sotto forma di estratto secco titolato, attenetevi alle indicazioni di assunzione e ai dosaggi riportati sulle confezioni o chiedete alla vostra erboristeria di fiducia di indicarvi la posologia più adatta alla vostra situazione.
In merito all’insonnia, dosaggi per via orale:
- 400-900 mg di estratto di valeriana, 2 ore prima di andare a dormire per 28 giorni;
- 120 mg di estratto di valeriana con 80 mg di balsamo di limone, 3 volte al giorno per un massimo di 30 giorni;
- 187 mg di estratto di valeriana con 41,9 mg di estratto di luppolo per compressa, 2 compresse per 28 giorni.
L’assunzione di valeriana dev’essere eseguita da 30 minuti a 2 ore prima di coricarsi.
La Valeriana, ad uso esterno sotto forma di creme o unguenti, è utile nel trattare le manifestazioni cutanee dovute dal sistema nervoso, o sfoghi dovuti a stress o da problemi come ulcere e piaghe; in questi casi è utile massaggiare una crema o un olio a base di valeriana sulla parte interessata, anche più volte al giorno.
UNGUENTO ALLA VALERIANA
Ingredienti: 250 g di cera d’api o burro di Karité puro neutro, qualche goccia di olio essenziale di lavanda, 1 cucchiaio valeriana essiccata, 1 cucchiaio di bardana essiccata, frusta a mano o elettrica da cucina, un barattolo di vetro scuro o plastica non trasparente con coperchio.
Preparazione: Versare in un contenitore di medie dimensioni la cera d’api da far sciogliere possibilmente a bagno maria, una volta sciolto lasciare intiepidire; aggiungere alla crema così ottenuta qualche goccia di olio essenziale di lavanda (non troppe ne bastano dalle 3 alle 7 al massimo), un cucchiaino di valeriana essiccata, 1 cucchiaino di bardana essiccata e miscelare il tutto per ottenere un composto omogeneo. Lasciare raffreddare il composto poi frullare il tutto per 4-5 minuti; ottenuto un composto omogeneo, versarlo nel contenitore di vetro o di plastica e riporre in un luogo fresco e asciutto del bagno o dove si tengono i cosmetici personali. Applicare l’unguento così ottenuto sulle zone della pelle interessate da manifestazioni di sfoghi, mattina e sera massaggiando sino a completo assorbimento. Chiudere sempre il barattolo molto bene in modo da non far penetrare aria indesiderata e conservarlo per più tempo possibile. Essendo un prodotto fatto in casa senza conservanti va utilizzato entro un breve periodo di tempo.
Avvertenze. Evitare l’assunzione di Valeriana e suoi preparati in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti, in caso di gravidanza e allattamento. Devono evitare l’assunzione di valeriana anche: le persone ipersensibili, cioè che provano un forte disagio la mattina dopo aver assunto la valeriana per dormire, soprattutto a dosi più elevate del normale e i soggetti in corso di certe terapie farmacologiche (soprattutto i sedativi) o sotto l’effetto di alcolici e droghe.
ASSOCIAZIONI
DISASSUEFAZIONE DAL TABACCO
Ginseng, Rodiola Vegetale
INSONNIA CON PIÙ RISVEGLI
Biancospino