Vaccinium macrocarpon – Parte utilizzata: bacche
Descrizione. I mirtilli rossi ( chiamati Cranberry in America) sono piccoli arbusti sempreverde appartenenti alla famiglia Ericaceae, con rizoma strisciante, fusti legnosi, cilindrici o poco angolosi, eretti o ascendenti, generalmente poco ramificati. può raggiungere un altezza di 10/30 cm. Le foglie sono picciolate, alterne, rigide, persistenti, coriacee, glabre, la pagina superiore lucida e verde scuro, mentre quella inferiore è verde chiaro, con ghiandole puntiformi. Il lembo fogliare è subovale, con il margine leggermente revoluto ed apice arrotondato. I fiori penduli, o raccolti in racemi terminali 2÷6 elementi, sono peduncolati, hanno corolla campanulata 5÷8 mm, bianca a volte screziata di rosso, con 4÷5 dentelli alla fauce, calice membranoso, formato da lobi cigliati, stimmi sporgenti. I frutti sono bacche prima biancastre, poi color rosso vivo, formano piccoli grappoli laterali. La polpa è amarognola, leggermente farinosa, piena di minuscoli semi.
Storia. Gli Amerindi, che li chiamavano Imbio Atoka, utilizzavano i mirtilli rossi per diversi usi: aggiungevano sapore e vitamine al pemmican (miscuglio di carne essiccata e di grassi), fungevano da cataplasma molto efficace sulle ferite e come tintura per i vestiti. Fecero scoprire questi frutti, ricchi in composti fitochimici, ai primi coloni e ai navigatori transatlantici che li utilizzarono come trattamento preventivo contro lo scorbuto per almeno due secoli, grazie al suo contenuto di vitamina C. Inoltre, il mirtillo rosso è stato utilizzato nella medicina tradizionale anche per il trattamento del diabete di tipo 2 e della sindrome da stanchezza cronica, oltre ad essere impiegato come rimedio diuretico, antisettico, antipiretico e addirittura anticancerogeno.
L’antibatterico urinario. Nel 1923, molto prima della scoperta degli antibiotici, alcuni medici americani prescrivevano già il mirtillo rosso per diminuire la ricorrenza delle infezioni urinarie. Si pensava allora che gli effetti fossero dovuti ad una acidificazione dell’urina provocata dalla forte acidità del succo della pianta. Questa ipotesi fu rifiutata alla fine degli anni ’50, ma si sarebbe dovuto attendere il 1984 perché gli effetti della pianta trovassero una spiegazione scientifica. In realtà, l’ingestione del Cranberry modifica la composizione chimica dell’urina in modo da inibire l’aderenza dei batteri, in particolare dell’Escherichia coli, alle pareti della vescica. Quest’azione sembra dovuta alla presenza nella pianta di diverse sostanze ed in particolare delle proantocianidine (tannini condensati) ad elevato peso molecolare. Essendo questa azione non battericida, i fenomeni di resistenza non si sviluppano, e ciò offre un’alternativa ai trattamenti antibiotici e costituisce un nuovo approccio strategico. I mirtilli rossi rappresentano quindi una nuova possibilità per prevenire le infezioni urinarie riducendo il ricorso agli antibiotici e, per lo stesso motivo, gli effetti indesiderati a cui sono legati questi ultimi. Se ci riferiamo alla maggior parte degli studi clinici recenti, l’uso dei Mirtilli rossi permette di ridurre il numero di infezioni urinarie dal 20 al 50% all’anno.
Impiego. Per la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie, solitamente si consiglia l’assunzione di 500-750 ml di succo di mirtilli rossi al giorno, da somministrarsi in tre dosi frazionate. Tuttavia, è bene ricordare che la quantità di succo da assumersi dipende dalla sua concentrazione. Ad esempio, nel caso del succo puro – che andrà preventivamente diluito in acqua – si consiglia solitamente di assumere 80-160 ml di prodotto al dì. Nei bambini la dose di succo (non puro) abitualmente consigliata scende a 18-25 mg/kg di peso corporeo al giorno. Per il succo, i costituenti di riferimento per la qualità del prodotto finito possono essere considerate le proantocianidine di tipo A, la cui concentrazione nei prodotti in commercio è di circa 1,2- 1,4%. Invece, l’estratto secco reperibile sul mercato è generalmente titolato al 15% di polifenoli. Se ne consiglia l’assunzione di una capsula (300 mg) 2-3 volte al giorno, lontano dai pasti e con acqua.
Avvertenze. Evitare l’assunzione di mirtillo rosso in caso d’ipersensibilità nota verso uno o più componenti, in caso di allergia all’acido acetilsalicilico e in pazienti affetti da gastrite atrofica, ipocloridria, calcoli renali e diabete (in quest’ultimo caso, l’uso del mirtillo rosso è controindicato solo se le preparazioni che lo contengono e che si devono utilizzare sono dolcificate con zucchero).
Inoltre, a causa del rischio di formazione di calcoli renali di acido urico, l’utilizzo del mirtillo rosso americano è controindicato anche nei pazienti con iperuricosuria.