La vitamina d è un neuroprotettore, che oltre a garantire importanti benefici migliora la capacità di sintetizzare numerosi minerali fondamentali per il corpo. Si conta che quasi il 60% delle persone tra i 50 e i 60 anni sperimenti una carenza di questo steroide; la percentuale si alza all’80% quando parliamo di ultraottantenni. L’invecchiamento quindi porta a un rallentamento nella sintetizzazione della vitamina D con conseguenze sulla concentrazione, sulla perdita di memoria e sulla possibilità di trarre conclusione ragionate. Tanti sintomi neurologici che si tende a trascurare e che non sempre vengono relazionati a questa specifica carenza.

Perché è importante la vitamina D e come agisce.

La vitamina D è molto importante non solo per la sintesi del calcio, per la mineralizzazione delle ossa, ma anche per l’ipofisi, per il cervello e per il sistema endocrino. La vitamina D è sintetizzata dall’organismo grazie alla luce solare ed è essenziale per stimolare la produzione di endorfine, serotonina e dopamina, i neurotrasmettitori che modulano il tono dell’umore, contrastando i fenomeni depressivi.  La vitamina D, inoltre, migliora la funzionalità dell’insulina, l’ormone necessario a metabolizzare gli zuccheri, ed è quindi utile per combattere il diabete di tipo II. In più, favorisce la produzione di leptina, un ormone coinvolto nella regolazione del metabolismo lipidico e del consumo energetico, che attenua lo stimolo della fame e diminuisce la concentrazione di citochine, responsabili dell’aumento degli adipociti, con effetto dimagrante. Assumere vitamina D aumenta la sintesi del testosterone negli uomini, aumentando la tonicità muscolare e la forza fisica. La vitamina D fa bene anche al cervello e migliora le funzioni cognitive, in particolare la memoria e la fluenza verbale. Inoltre, stimola il sistema immunitario, riduce le infiammazioni e previene le infezioni.

Quale è il suo ruolo nella sfera psicologica

Molte persone diventano più depresse e lunatiche durante i mesi invernali. Siamo esposti a livelli più bassi di luce solare durante l’inverno, e, di conseguenza, molti hanno una lieve carenza di vitamina D, che è stata collegata più volte a depressione, ansia e disturbo affettivo stagionale.

Segnali per intuire una carenza

La carenza di Vitamina D non è molto evidente: i suoi sintomi sono poco comuni e non facilmente evidenziabili. In generale, si è visto che il giusto dosaggio va a migliorare una serie di disagi come:

  1. Debolezza e predisposizione ad Infezioni

Uno dei ruoli più importanti della vitamina D è di contribuire alla funzionalità del sistema immunitario in modo di combattere correttamente infezioni virali e batteriche. Se l’organismo va spesso incontro a sintomi come raffreddore o influenza è possibile che bassi livelli di Vitamina D possano esserne la causa.

  1. Stanchezza cronica

La Stanchezza cronica è identificabile come un costante senso di astenia e debilitazione. Questi sintomi possono avere tante cause, tra queste è stato evidenziato dagli studiosi che deficit di Vitamina D possono contribuire all’insorgenza. La Vitamina D infatti svolge un ruolo importante nella funzione metabolica ed è coinvolta in processi che migliorano le performance del nostro organismo e il suo stato di salute.

  1. Dolore alle ossa e mal di schiena

La vitamina D contribuisce al mantenimento di una corretta salute delle ossa. Infatti è coinvolta nell’assorbimento di Calcio da parte dell’organismo. Dolore osseo, fratture ricorrenti, mal di schiena possono essere segni di livelli inadeguati di vitamina D nel sangue.

  1. Depressione

Depressione e sbalzi di umore possono essere associati a bassi livelli di Vitamina D. Questa vitamina è infatti stranamente legata alla modulazione dei livelli di serotonina, l’ormone del buon umore. Giusti livelli di Vitamina D contribuiscono a combattere il cattivo umore: somministrare vitamina D alle persone carenti aiuta a migliorare la depressione, inclusa la depressione stagionale tipica dei periodi invernali

  1. Guarigione delle ferite compromessa

La Vitamina D svolge un ruolo importante nel controllo dell’infiammazione e nella lotta alle infezioni è quindi altrettanto importante per una corretta guarigione. La lenta e scarsa rimarginazione di ferite dopo un infortunio o un intervento può essere un segno che i livelli di vitamina D sono troppo bassi.

  1. Osteoporosi

La vitamina D come accennato in precedenza svolge un ruolo cruciale nell’assorbimento del calcio e nel metabolismo osseo. Molte persone anziane a cui viene diagnosticata osteoporosi soffrono di carenze di Vitamina D. Una bassa densità ossea indica che le ossa hanno perso calcio e minerali e sono più soggette a danni e fratture.

  1. Perdita capelli

La perdita di capelli nelle donne è stata collegata a bassi livelli di vitamina D, anche se finora ci sono pochissime ricerche su questo fenomeno. L’alopecia areata, che è una forma di alopecia autoimmune caratterizzata da una grave perdita di capelli dalla testa e da altre parti del corpo, è associata al rachitismo che è una malattia che provoca ossa molli nei bambini a causa della carenza di vitamina D.

  1. Dolore muscolare

Le cause del dolore muscolare sono spesso difficili da individuare. Vi sono alcune prove che la carenza di vitamina D possa essere una potenziale causa di dolore muscolare nei bambini e negli adulti: il recettore della vitamina D è presente nelle cellule nervose chiamate nocicettori, che avvertono il dolore.

Un basso livello di vitamina D può influenzare l’umore

La vitamina D non ha un ruolo sul breve termine rispetto alla depressione ma sembra averlo invece sul lungo periodo. Diventa quindi un fattore preventivo: chi possiede il giusto dosaggio di vitamina D sicuramente è più protetto, se predisposto, dallo sviluppo di disturbi neurologici come depressione, morbo di Alzheimer e Parkinson. Ricordiamoci però che depressione e ansia sono disturbi multifattoriali, scatenati cioè da molteplici cause.

Il disturbo affettivo stagionale (SAD)

Il Disturbo Affettivo Stagionale è un’alterazione psicofisiologica che comporta cambiamenti d’umore.  Tendenzialmente presenta un andamento ciclico: le persone che ne soffrono ne hanno una ricorrenza specie nei mesi in cui le giornate sono più corte. È comunque sempre importante fare la diagnosi differenziale, cioè verificare che non si tratti di qualche altra patologia come, ad esempio, la “fatica cronica” o altre forme di depressione o malattie organiche. Sicuramente è predisposto maggiormente a questa patologia chi è carente di vitamina D, anche se spesso c’è una predisposizione a livello genetico e ambientale. Le persone a cui viene diagnosticata tale patologia devono stare molto attente a mettere in ordine tutti i fattori preventivi, quindi implementare la vitamina D che può andare a risolvere picchi importanti di caduta dell’umore.

Silvia Trevaini

VideoNews

Obiettivo Benessere

Written by Paola Olivieri