Dicembre 6, 2022 VIVERE GREEN Nessun commento

Nella giornata mondiale del suolo, 5 dicembre, il bilancio sullo stato del nostro territorio è drammatico. La frana a Casamicciola è solo l’ultimo dei tanti tragici eventi che si verificano nel nostro Paese che, come sottolinea Wwf, perde due metri quadrati di terreno al secondo.

La tragedia della frana di Casamicciola che pochi giorni fa ha trascinato in mare una porzione di Ischia, secondo Coldiretti Campania (associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana) è l’esempio più evidente di cosa significhi concretamente il consumo del suolo in Italia.

Un consumo che nel nostro Paese, sottolinea l’organizzazione internazionale per la protezione ambientale, Wwf, “viaggia alla velocità di due metri quadrati al secondo”. Nella Giornata mondiale del suolo, che cade il 5 dicembre, il bilancio sullo stato del nostro territorio è drammatico.

2021 anno peggiore: 19 ettari di suolo persi ogni giorno

Secondo il rapporto Ispra 2022, durante lo scorso anno la media è stata “di 19 ettari di suolo persi al giorno”, il valore più alto degli ultimi dieci anni con “una media di 21.500 chilometri quadrati di suolo italiano cementificati” e solo gli edifici occupano 5.400 chilometri quadrati, ovvero “una superficie pari alla Liguria” disseminata lungo lo Stivale.

L’allarme del Wwf

Il Wwf lancia l’allarme, anche perché “il suolo garantisce servizi ecosistemici fondamentali per la nostra vita, la nostra sicurezza e lo sviluppo della nostra economia”. Così come la Terra, il suolo è l’unico che abbiamo. Da esso dipendono le produzioni agricole, il legname, lo stoccaggio di carbonio e il controllo dell’erosione, dell’impollinazione e la regolazione del microclima, la rimozione di particolato e ozono fino alla disponibilità e la purificazione dell’acqua compresa alla regolazione del ciclo idrologico.

“Sono molteplici i servizi offerti dallo strato superficiale del pianeta”, aggiunge il Wwf, che ribadisce che “l’Italia è un Paese fragile” perché oltre il 16% del territorio si trova in aree “ad elevato rischio irogeologico e sono sei milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio”.

“Basta costruire”, gli effetti negativi della cementificazione

Quindi “per non ripetere altri drammi come quello di Ischia, l’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire”. Invece, “i dati ufficiali ci dicono che nel 2021 abbiamo raggiunto il picco di cementificazione del territorio degli ultimi dieci anni”, come spiegato da Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia. Tanto più che la continua perdita del suolo ha un impatto diretto sulla biodiversità e “comporta la distruzione e la frammentazione degli habitat naturali, con effetti significativi anche sulle specie” vegetali e animali e indebolisce “anche l’efficacia del principale strumento di tutela della natura di cui le società moderne si sono dotate: le aree protette”.

Un aspetto, quest’ultimo, messo in evidenza da FederBio (ente che include aziende di agricoltura biologica, associazioni biologiche e molto altro) che sottolinea come “in un pugno di terra ci sono più organismi viventi di quante persone sulla Terra”, ovvero “più di otto miliardi tra batteri, lombrichi, nematodi e tantissime altre specie”. Si tratta di un’incredibile ricchezza e varietà di organismi viventi che “assicura, oltre alla fertilità dei suoli e alla loro capacità di assorbire carbonio dall’atmosfera, anche la presenza e la disponibilità dei 18 micro e macro nutrienti necessari alla crescita delle piante alimentari e alla salute umana”.

Fonte Agi

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Written by Paola Olivieri