Il tè freddo fa perdere più calorie di quello caldo. Ad essere arrivati a questa conclusione sono stati i ricercatori dell’Università di Friburgo che hanno cercato di capire quale fosse la temperatura perfetta per portare i maggiori effetti sulla perdita di peso. Gli studiosi svizzeri hanno posto alla loro attenzione il tè di Yerba Mate, molto popolare in Sud America e ricco di caffeina. Il Mate – detto anche tè paraguaiense – è l’infusione preparata con le foglie verdi o tostate di un agrifoglio sempreverde, che cresce spontaneo in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Tale arbusto è noto in botanica con la nomenclatura binomiale Ilex paraguariensis. Nei Paesi di lingua spagnola, l’infuso è conosciuto con il nome di yerba matè e rappresenta la bibita coloniale tradizionale per eccellenza, molto apprezzata come bevanda stimolante. Il sapore dell’infuso è astringente (tannico) e amaro; il profumo è caratteristico e aromatico.
Insieme a caffè, tè e cacao, il mate è una delle fonti naturali più importanti di caffeina (talvolta chiamata impropriamente mateina). Grazie all’abbondante presenza di questa sostanza, l’infuso viene tradizionalmente consumato come tonificante, cardiotonico e riequilibrante; nella medicina popolare Sudamericana trova impiego anche nella cura del mal di testa, dei problemi digestivi, dei reumatismi e dell’obesità. Proprio l’effetto “brucia-grassi” riconducibile alla presenza di caffeina viene oltremodo amplificato dalle campagne marketing, che dipingono il mate come il “dimagrante ideale“, un eccellente rimedio naturale per perdere peso. In realtà, la dose di caffeina non è poi così importante e il suo effetto “dimagrante” sarebbe supportato da composti fenolici e dall’acido clorogenico.
Allo studio svizzero, pubblicato dalla rivista scientifica Frontiers in Physiology, i partecipanti hanno bevuto 500 millilitri di questo infuso, non zuccherato, sia a 3 sia a 55 gradi di temperatura. Durante i 90 minuti successivi all’ingestione del tè, sono state misurate molte variabili, tra cui la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, il flusso sanguigno pompato dal cuore, il consumo di ossigeno e l’ossidazione dei grassi. Questi dati sono stati poi confrontati con le stesse variabili misurate durante la mezz’ora prima dell’ingestione del tè. E’ grazie a questo confronto che è stato dimostrato come la spesa energetica sia circa due volte superiore con un tè freddo (+ 8,3%), rispetto a quella con il tè caldo (+ 3,7%). Inoltre, il tè freddo favorisce l’ossidazione dei grassi e diminuisce il carico metabolico del cuore.