Maggio 2, 2023 VIVERE GREEN Nessun commento

Il surriscaldamento globale ha effetti diretti non soltanto sull’ambiente, ma anche sulla vita dell’uomo sulla Terra. In particolare può avere un impatto sulla comparsa di nuovi batteri, funghi e virus trasmessi da animali a uomo, così come di nuove malattie. A cosa stare attenti lo ha spiegato ad upday un professore ordinario di malattie infettive, Marco Falcone.

Siamo abituati a sentir parlare di cambiamento climatico sempre più spesso e, nella maggioranza di casi, il discorso è incentrato sugli effetti devastanti per la Terra. Ma se è vero che il surriscaldamento è come la febbre per il nostro pianeta, è altrettanto vero che l’uomo non è salvo da conseguenze. Sappiamo, ad esempio, con estati più calde del solito, l’incidenza della mortalità tra i soggetti anziani e fragili è più elevata, sappiamo che insetti come la zanzara tigre non riuscivano a sopravvivere in Italia prima degli anni ’90 perché le temperature non erano adeguate.

Oggi, però, questo quadro sta cambiando e le fasce di popolazione interessate sono sempre più ampie. Il perché lo ha spiegato ad upday il professore ordinario di malattie infettive, Marco Falcone, Direttore presso l’Azienda ospedaliera universitaria pisana, segretario della Società Italiana di malattie Infettive e tropicali (SIMIT) e presidente dell’ESCMID Study Group for Infections in the Elderly (ESGIE).

Quali capacità ha l’uomo di sopravvivere a temperature elevate?

L’uomo è capace di sopravvivere a tutte le temperature, anche a quelle più estreme. Del resto in Africa si vive a temperature equatoriali quindi l’organismo si adatta e riesce anche a vivere in condizioni estreme. In alcuni casi solo a sopravvivere. L’innalzamento medio delle temperature in generale è poco direttamente correlato con l’innalzarsi della temperatura sull’apparato umano, sul controllo umano della temperatura. I grossi problemi sono legati invece a tutte le modificazioni che sia a livello di ambiente sia a livello di specie animali si introducono con questo fenomeno.

Le grandi ondate di calore sono associate a dei rischi maggiori di mortalità e di complicanze negli anziani, ma queste sono solitamente dei periodi eccezionali dell’anno. Ci sono una serie di modifiche che non sono di per sé pericolose come, ad esempio, ciò che sta accadendo in Siberia dove si cominceranno a fare coltivazioni che fino a 20 o 30 anni fa erano impensabili. Certamente noi nel bacino del Mediterraneo siamo più esposti a un innalzamento significativo delle temperature che ci porterà più fenomeni sia climatici, sia ambientali, sia di infezioni importate simili ai Paesi tropicali.

Un nuovo tipo di clima sarà più ospitale per zanzare, scarafaggi e insetti. Quali malattie ‘nuove’ possono arrivare in Italia?

Molte specie di insetti ma anche di uccelli avevano rotte migratorie che non passavano per l’Italia. Oggi invece questi animali passano, ci vivono e proliferano anche alle nostre latitudini. Alcune virosi (malattia infettiva causata da un virus, ndr) trasmesse dalle zanzare sono oggi anche famose come la cosiddetta febbre del Nilo. Si tratta di una virosi trasmessa dagli uccelli, loro sono il vettore mentre le zanzare sono il mezzo attraverso cui l’uomo si infetta. Le zanzare che si associano alla trasmissione del virus e gli uccelli che lo trasportano erano rarissimi in Italia. Questi virus arrivano per esempio dal Sud-Est asiatico, l’area tropicale in cui sono endemici. Quindi cambiano le zanzare ma soprattutto cambiano anche altre specie di animali che poi tramite le zanzare trasmettono alcuni virus potenzialmente pericolosi per l’uomo, alcuni anche potenzialmente mortali.

Quali sono gli altri rischi?

Con alcune di queste patologie dovremo cominciare a farci l’abitudine, arriveranno alle nostre latitudini. Esistono anche alcuni funghi potenzialmente patogeni per l’uomo che potrebbero avere giovamento dall’innalzamento delle temperature perché l’umidità, le temperature più calde possono favorirne la diffusione. Potremo trovarci di fronte a virus che potrebbero anche fare “un salto di specie” (passare dall’animale all’uomo direttamente, nda). C’è qualche attenzione, per esempio, sull’influenza aviaria, l’influenza suina, cioè forme di virus influenzale o simili all’influenza che dall’animale potrebbero passare a noi.

Con le malattie infettive, i virus, i batteri, i funghi, l’uomo dovrà convivere o comunque entrare in una sorta di continua interazione perché oggi gli scambi tra persone, i movimenti tramite aerei, sono moltiplicati. Non siamo più alla civiltà di 30 o 40 anni fa e quindi è chiaro che qualsiasi microrganismo nasca o si sviluppi in un’area del mondo rapidamente arriverà anche da noi. Dobbiamo essere pronti a gestire fenomeni nuovi. Gli strumenti oggi a disposizione degli scienziati per monitoraggio, la diagnosi precoce, consentono di anticipare i tempi ed evitare di farci trovare impreparati.

C’è il rischio di una nuova pandemia?

Sicuramente ci troverebbe impreparati una nuova forma pandemica come è stato con la Covid-19 ma sappiamo che questi virus sono rari, accade ogni 50 o 70 anni con una capacità di diffusione così elevata. Dovremo studiare probabilmente dei micro-focolai di nuove malattie ma sia gli istituti di malattie infettive della ricerca che i centri di ricerca classici sorveglieranno questi fenomeni.

Niente allarmismi dunque?

Oggi abbiamo un sistema e delle tecniche di scoperta di questi fenomeni e anche di controllo che sono evolutissimi. Permetteranno di gestire qualsiasi patologia che ci troveremo di fronte. Io non vedo all’orizzonte una nuova pandemia distruttiva.

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Written by Paola Olivieri