Vi è una diffusa convinzione secondo la quale bisognerebbe cercare di non assumere troppe calorie negli orari notturni, perché ciò comporterebbe un aumento di grassi corporei e quindi di peso.
La saggezza popolare che suggerisce di non mangiare tardi ha origine dal fatto che, spesso, il cibo consumato durante la notte non è dei più sani, se lo si paragona a quello che si mangia durante il resto della giornata.
È fin troppo facile mangiare più del dovuto a cena: stanchezza, noia, giornata difficile al lavoro… cosa c’è di meglio di affogarsi in una vaschetta di gelato, divorare una pizza formato famiglia o concedersi qualcosa di particolarmente sfizioso?
Ma una caloria è una caloria, indipendentemente dall’orario dei pasti. Se non ne hai bisogno per produrre energia in questo momento, il corpo la immagazzina per esigenze future. Quando ne hai bisogno… il tuo corpo la rilascia, e cosi via. Pensa all’alternativa: se il tuo corpo non potesse immagazzinare e rilasciare calorie in questo modo, dovresti costantemente mettere qualcosa sotto i denti per non rimanere a corto di energia.
Ci sono alcuni buoni motivi per cui non si dovrebbe mangiare troppo tardi: sdraiarsi subito dopo aver mangiato può portare a indigestioni e bruciori di stomaco, tanto per cominciare.
Spesso si dice che la notte è il periodo peggiore per mangiare perché la logica suggerisce che in questo momento della giornata il fisico si rilassa e quindi è più propenso ad immagazzinare il grasso. Ma, benchè tutto questo può avere un senso, si tratta della verità?
Da uno studio condotto dalla Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania, presentato al meeting Sleep 2017 a Boston è emerso che mangiare tardi può fare male alla salute. Influenza infatti negativamente il metabolismo soprattutto dei grassi, fa aumentare il peso e i livelli di insulina e colesterolo, predisponendo al rischio di malattie cardiovascolari o diabete. Nell’ambito dello studio, a nove adulti con un peso nella norma e’ stato chiesto di seguire per otto settimane un regime che prevedeva tre pasti e due spuntini dalle 8 alle 19 e un successivo con tre pasti e due spuntini da mezzogiorno alle 23.
Tra uno e l’altro sono state previste due settimane di stop.
I ricercatori hanno potuto riscontrare che quando mangiavano fino a tardi, con gli orari spostati in avanti, i partecipanti aumentavano di peso. Hanno anche rilevato che una serie di altre misure che riflettevano profili metabolici negativi risultavano aumentate, tra cui l’insulina, il glucosio a digiuno, il livello di colesterolo e i trigliceridi.